Il Politecnico di Milano ha
premiato il progetto della Ausl di Bologna delle Cliniche
virtuali oculistiche come migliore esempio di telemedicina.
"Perché noi? Perché è un progetto che è completamente nato sulle
direttive della le linee guida della telemedicina che sono state
lanciate un anno e mezzo fa", dice il dg della Ausl di Bologna,
Paolo Bordon, che spiega come le Cliniche oculistiche virtuali
abbiano avuto altri riconoscimenti, in particolare da Agenas.
"È un progetto completamente digitalizzato, cioè non c'è
carta, e va nell'ottica degli obiettivi della riforma sanitaria
nazionale, il decreto ministeriale 77, che dà molta forza a quei
progetti dove per garantire assistenza sanitaria nella
prossimità e nei luoghi di vita dei cittadini", spiega Bordon.
"Sono migliaia i pazienti malati malattie dell'occhio - a
pieno regime fino a 10mila - che prima di questo progetto
dovevano andare per i controlli all'ospedale Maggiore. Adesso
con questo investimento tecnologico", costato alla Ausl di
Bologna 1,5 milioni di euro e "attrezzature come l'Oct e tutta
una serie di misurazioni del campo visivo e grazie anche degli
strumenti molto sofisticati, posizionati a Bazzano, Bentivoglio,
e in altre postazioni tra cui presto anche Vergato", i
cittadini potranno evitare di spostarsi. Sul posto, infatti, ci
sarà un tecnico che esegue l'esame diagnostico e il referto
arriva dall'oculista, che analizza gli esami "a distanza da
Bologna".
In questo modo è possibile effettuare "migliaia di
prestazioni tutto digitalizzato". "L'esito del referto finisce
nel Fascicolo Sanitario Elettronico, come atteso nelle linee
guida ministeriali", precisa Bordon che fa anche parte della
commissione di Agenas per la telemedicina. "Questo è un esempio
da esportare - conclude il dg della Ausl di Bologna Bordon - e
siamo stati premiati anche per questo motivo".
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