La Corte d'assise di Ferrara ha condannato a 22 anni di reclusione Amanda Guidi, la donna di 31 anni accusata di aver ucciso, soffocandolo, il proprio figlio di appena un anno, nella nottata del 17 giugno del 2021. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche, dovute anche al passato molto difficile della donna e al disturbo della personalità borderline evidenziato anche dalla perizia psichiatrica, equivalenti alle aggravanti contestate, come richiesto dal pubblico ministero Ciro Alberto Savino che aveva proposto una condanna a 21 anni di reclusione.
La donna - assistita dagli avvocati Alessio Lambertini e Marcello Rambaldi e che in questi anni è stata sempre ospitata in strutture di cura - è stata condannata anche a pagare un risarcimento all'ex compagno nonché padre del bimbo (assistito dall'avvocato Alessandro Gabellone) con il riconoscimento di una provvisionale di 30mila euro.
Guidi quella notte aveva bevuto alcolici e assunto cocaina.
Un'assunzione frequente, tale che anche il bimbo presentava un'alta concentrazione dei metaboliti per entrambe le sostanze, assunte tramite il latte materno per almeno otto mesi. La difesa aveva chiesto ai giudici di valutare il vissuto della donna - costellato anche di plurimi tentativi di suicidio - e posto dubbi sulla effettiva volontarietà del soffocamento (non erano presenti lesioni visibili esteriormente e lei si era lamentata con la madre che non riusciva a dormire perché il bimbo piangeva sempre). "Leggeremo le motivazioni e faremo sicuramente appello", le parole degli avvocati Rambaldi e Lambertini.
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