Su quanto successo la sera del 30
aprile 2021, Shabbar Abbas, nelle dichiarazioni spontanee rese
nelle scorse settimane davanti agli inquirenti reggiani, ha
spiegato di essersi sentito al telefono con il fratello Danish
Hasnain, con l'idea che arrivasse il fidanzato di Saman, Saqib,
a prendere la ragazza.
Il piano era quello di dare una lezione al giovane: a Danish
"ho detto di non picchiarlo così forte da far venire
un'ambulanza, ma di picchiarlo per spaventarlo". E Danish gli
avrebbe confermato che se ne sarebbe occupato insieme ai cugini,
Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
Shabbar quindi uscì di casa con Saman e la moglie Nazia
Shaheen, poi andò avanti solo la moglie con la figlia, perché la
18enne non avrebbe voluto che il padre vedesse chi la veniva a
prendere, ha detto. Poi Shabbar ha spiegato di non aver più
visto né sentito nulla e di aver saputo della morte della figlia
solo quando era già in Pakistan, partito il primo maggio. Perché
a quel punto non è tornato in Italia, gli è stato chiesto di
precisare dai suoi legali? Shabbar ha risposto di aver avuto
minacce da parte di un parente del cugino Ikram e di temere per
l'altro figlio, rimasto in Italia.
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