Il 20 gennaio di dieci anni fa, quando aveva da poco compiuto 80 anni, il direttore d'orchestra e senatore a vita Claudio Abbado salutò per sempre i suoi numerosissimi fans disseminati in tutto il mondo. Le sue case principali sono state il Teatro alla Scala dove fu direttore stabile dal 1968 al 1986 e la Filarmonica di Berlino alla cui guida è stato, invece, dal 1989 al 2002. Ma nella sua straordinaria carriera artistica non v'é dubbio che un ruolo importante lo abbia giocato anche l'Emilia Romagna con il suo circuito teatrale, una sorta di "casa diffusa" che il maestro ha sempre frequentato fin dagli anni sessanta.
La sua prima volta sul podio del Teatro Comunale di Bologna nel 1962, quando aveva appena 29 anni e con compositori inusuali come Ghedini e Prokofiev; a Modena arrivò nel 1978 con i Solisti della Scala e un programma "barocco" dedicato a Bach e Pergolesi. Storica fu poi la sua presenza al Municipale di Reggio Emilia nel 1973 in occasione della nascita di Musica/Realtà, la rassegna di concerti e incontri da lui stesso fondata assieme agli amici Luigi Nono e Maurizio Pollini, il cui primo ciclo si concluse con un concerto diretto proprio da Claudio Abbado con l'Orchestra di Budapest, solista Pollini.
Concerto che verrà riproposto il prossimo 13 febbraio con la Filarmonica della Scala per i cento anni dalla nascita di Luigi Nono e i dieci dalla scomparsa di Abbado, che della Filarmonica della Scala fu il fondatore nel 1982. Dopo il polemico abbandono della Scala e prima di essere nominato a capo dei Berliner, nell'aprile del 1989 Claudio Abbado scelse il Teatro Comunale di Ferrara come italiano dove operare: lì fondò l'Associazione Ferrara Musica che divenne subito residenza di molte delle orchestre fondate dal maestro (oggi vi è ospitata l'Orchestra Mozart). La prima fu la Chamber Orchestra of Europe con la quale realizzò alcuni concerti memorabili come quello del novembre 1990 quando diresse Roberto Benigni, scatenato protagonista nel Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev in una serata a cui partecipò anche un giovanissimo Yevgenij Kissin, futura star del pianoforte.
Ma su quel palcoscenico Abbado diresse anche tanta opera: Il viaggio a Reims e Il barbiere di Siviglia di Rossini, la trilogia di Mozart e Da Ponte, il Falstaff condiviso con altri teatri lungo la Via Emilia, il Simon Boccanegra che poi portò al Festival Verdi di Parma. Intanto la Mahler Chamber Orchestra aveva sostituito la Chamber Orchestra of Europe. Grazie ad Abbado a Ferrara arrivarono le due più celebri orchestre del mondo, i Wiener e i Berliner Philharmoniker (la seconda anche al Ravenna Festival). Dal 2004, anche a causa di una male che lo aveva colpito qualche anno prima, diradò la collaborazione con Ferrara per stabilirsi a Bologna dove fondò l'Orchestra Mozart assieme all'altro suo amico Carlo Maria Badini.
Nel capoluogo emiliano ampliò gli orizzonti aprendo a concerti dedicati al sociale, nel carcere minorile e negli ospedali con attenzione particolare ai musicisti più giovani: il concerto al Palasport di Bologna dell'ottobre 2008 per l'esecuzione del monumentale Te Deum di Hector Berlioz e, ancora, del Pierino di Benigni, coinvolse per il coro oltre 600 ragazzi delle scuole della regione. L'aggravarsi delle condizioni di salute del maestro coincisero purtroppo con una crisi economica che costrinse alla provvisoria chiusura dell'Orchestra Mozart: nell'ultimo concerto, il 2 dicembre del 2013 al teatro Manzoni, Abbado, ormai provato dalla malattia, venne sostituito da Bernard Haitink, con Maurizio Pollini a pianoforte, in un clima surreale, distante da quello solito festaiolo dei suoi tantissimi concerti.
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