Il gruppo austriaco Mayr-Melnhof
utilizza l'alluvione per chiudere uno stabilimento di Cervia e
licenziare 92 dipendenti. E' l'accusa che rivolgono istituzioni
e sindacati, a proposito della vicenda dell'ex Farmografica di
Cervia (Ravenna), azienda attiva nelle confezioni farmaceutiche,
rilevata circa un anno fa.
A maggio, durante l'alluvione in Romagna, lo stabilimento
produttivo ha subito pesantissimi danni e non è più riaperto.
Dopo un lungo tira e molla coi sindacati, la proprietà ha
annunciato il licenziamento di tutti i 92 dipendenti in
organico. "Si tratta - dicono Provincia di Ravenna, Comune di
Cervia, Cgil e Uil - dell'unico caso in Romagna di realtà
produttiva industriale ad aver annunciato la chiusura a seguito
dell'alluvione". Così, mentre gli operai in cassa integrazione
lavoravano per ripulire lo stabilimento, l'azienda ha spostato
la produzione in Spagna e Polonia. Una situazione che da
provvisoria è diventata definitiva.
Secondo i sindacati, l'azienda per mesi ha lesinato
informazioni sullo stato delle cose. "Nel frattempo - dicono
Cgili e Uil - non solo hanno sfruttato gli ammortizzatori
sociali messi a disposizione dallo Stato e dai contribuenti
italiani, ma hanno anche incassato rimborsi da un'assicurazione
aziendale che ha garantito ristori a copertura dei danni subiti
e del mancato fatturato. In una situazione drammatica come
quella che hanno vissuto (e che ancora vivono) i territori ed i
cittadini alluvionati, non avremmo mai pensato di poterci
trovare di fronte a operazioni di sciacallaggio come questa.
Sfruttano la tragedia per disinvestire in Italia e delocalizzare
la produzione dove ritengono di poter trarre maggior profitto".
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