Si ribalta in appello il processo sulla morte di Mirella Bonatti, 75 anni, operata per la correzione di alluce valgo il 2 febbraio 2016 nella clinica privata accreditata 'Nigrisoli' di Bologna e morta a Imola il 20 luglio di quell'anno, per una sepsi seguita a un'infezione. In primo grado i tre medici imputati - due operarono la donna e tutti e tre si occuparono del 'follow up' nel centro medico ortopedico di via Marconi - furono assolti dal giudice Nadia Buttelli.
Ma la Corte di appello, quarta sezione penale, ha disposto una nuova perizia medico-legale e alla fine ha condannato tutti e tre a sette mesi, pena sospesa, al pagamento delle spese legali e ad una provvisionale di 150mila euro ciascuno per il marito e la figlia della paziente, assistiti come parte civile dall'avvocato Patrizio Orlandi. La sentenza di primo grado, oltre che dalla parte civile, era stata impugnata anche dal procuratore aggiunto, Francesco Caleca.
I medici erano difesi dagli avvocati Alberto Santoli, Carlo Federico Strozzi e Stefano Molinari: era contestato a vario titolo di non aver considerato fattori di rischio che consigliavano di rinviare l'operazione, peraltro di non certa utilità terapeutica, e di non prescrivere poi una profilassi.
Il processo di appello è durato un anno: oltre ai periti sono stati sentiti testimoni e le parti civili, prima di arrivare alla decisione che ha riformato la sentenza di primo grado.
L'accusa è stata sostenuta dal pg Antonietta Di Taranto.
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