Le violenze, quasi tutte
all'interno di nuclei familiari o dove ci sono relazioni
affettive, sono caratterizzate dal genere: le vittime sono donne
e bambini. È il dato emerso dal bilancio della 'Fondazione
emiliano-romagnola per le vittime di reato'. A tracciare il
bilancio 2019-2020, in commissione Parità della Regione, sono
stati il presidente della Fondazione, Carlo Lucarelli, e la
direttrice, Elena Zaccherini.
L'impegno e il sostegno sono rivolti alle vittime di omicidio
e tentato omicidio, stalking, violenze familiari, violenze
sessuali, rapine e aggressioni, danni gravissimi. La Fondazione
contribuisce a terapie psicologiche e psichiatriche,
all'acquisto di beni e servizi, al pagamento dell'affitto, ma
anche al conseguimento della patente per le donne che desiderano
rendersi indipendenti. La relazione riguarda il biennio 2019-20
(in cui c'era la precedente gestione) e oltre l'80% dei reati
riguardava violenze di genere, con vittime donne e bambini. "Il
2022 - ha spiegato Zaccherini - conferma questo trend e il 100%
delle richieste è per reati di genere". Un dato che si ritrova
anche nel bilancio dalla nascita della Fondazione: dal 2005 al
2021 sono state accolte mille istanze e 800 di queste erano
relative a donne e minori. Nel 2019 sono stati accolti 42 casi,
scesi a 21 nel 2020 anche "se nei primi tre mesi del 2022 siamo
già a 12, un trend in aumento" ha scandito Zaccherini. Se nel
2019 le violenze intra-familiari su donne erano il 57%, l'anno
dopo sono salite al 67%. Basso il numero di quelle
extrafamiliari: il 6% nel 2019 e l'11% nel 2020. Sempre a causa
della crisi pandemica, nel 2019 la Fondazione ha aiutato 89
persone, scese a 38 l'anno seguente. Contenuto il numero degli
interventi a favore di chi ha subito rapine e aggressioni. Fra
le province che registrano più richieste, la prima è Bologna.
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