È considerato il più grande
pianista under 30, ma anche uno dei concertisti più influenti al
mondo, e già da qualche anno è una delle punte di diamante del
catalogo discografico Deutsche Grammophon: si tratta di Daniil
Trifonov che il 20 giugno, alle 21.30, si esibirà alla Rocca
Brancaleone nell'ambito del Ravenna Festival.
Russo del 1991, Trifonov a soli vent'anni è riuscito a
vincere medaglie in tre delle competizioni più prestigiose del
mondo della musica: il terzo premio al Concorso Chopin di
Varsavia, il primo premio al Concorso Rubinstein di Tel Aviv e
sia il primo premio che il Gran Premio al Concorso Ciajkovskij
di Mosca. Nel 2013 gli è stato inoltre assegnato il Premio
Abbiati come miglior solista strumentale dall'Associazione dei
critici musicali italiani. Fin dagli esordi ha destato la
meraviglia di mostri sacri come Martha Argerich che di lui ha
detto: "Ha tutto e di più... la tenerezza e l'elemento
demoniaco. Non ho mai sentito niente del genere".
Per il suo recital ravennate Daniil Trifonov ha scelto di
indagare il passaggio radicale del pianoforte tra Ottocento e
Novecento: lungo un arco cronologico di 64 anni, Trifonov
eseguirà la Terza Sonata del ventenne Brahms (l'ultima della sua
produzione, "una sinfonia in potenza" come la definisce Schumann
per il rigoroso controllo della forma architettonica), la Suite
"Pour le piano" di Debussy giocata su morbide armonie, i cinque
"Sarcasmes" (uno dei manifesti del camaleontico pianismo di
Sergej Prokofiev) e la Terza Sonata di Szymanowski, che nel 1917
condensa in un unico movimento un grande flusso di potente
pulsione vitalistica, in liquido dissolvimento tra tonalità e
atonalità.
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