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'Earthbound' di Marta Cuscunà in prima a Modena

'Earthbound' di Marta Cuscunà in prima a Modena

Un monologo di fantascienza per attrice e creature animatroniche

MODENA, 18 maggio 2021, 11:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Debutta in prima nazionale martedì 25 maggio (ore 19) al Teatro Storchi di Modena 'Earthbound ovvero le storie delle Camille', il nuovo lavoro di Marta Cuscunà prodotto da Ert Fondazione, Css Teatro Stabile di Innovazione del Fvg, Etnorama con il sostegno di São Luiz Teatro Municipal (Lisbona). Lo spettacolo, liberamente ispirato al saggio 'Staying with the trouble' della filosofa americana Donna Haraway, rimarrà in scena fino al 30 maggio.
    'Earthbound' è un monologo di fantascienza per attrice e creature animatroniche - progettate per essere attivate dal movimento umano - che trasforma in teatro il pensiero eco-femminista della filosofa americana Donna Haraway, immaginando un futuro prossimo nel quale la manipolazione del genoma umano riporta la vita in aree del pianeta danneggiate dall'uomo. Lo spettacolo mostra una piccola colonia di individui migrati in aree danneggiate dallo sfruttamento umano, per risanarle grazie alla collaborazione con partner non-umani: sono gli Earthbound a cui sono stati impiantati i geni di creature in via d'estinzione con il duplice scopo di conservarne la specie e favorire una nuova prospettiva per l'adattamento dell'uomo con l'ambiente naturale.
    'Earthbound' è il neologismo inventato dal sociologo, antropologo e filosofo francese Bruno Latour per rispondere al bisogno contemporaneo di ridefinire la nostra specie in base a un nuovo rapporto con la Terra. In scena, gli Earthbound prendono vita grazie alle creature animatroniche progettate da Paola Villani: innovando la tradizione del teatro di figura con tecniche di animazione parallele a quelle cinematografiche, la scenografa, che collabora con Marta Cuscunà dal 2015, costruisce i pupazzi personaggi di questa storia ispirandosi alle opere dell'artista australiana Patricia Piccinini, che nel suo percorso di lavoro sull'iconografia d'ibridazione fra corpi umani e animali ha spesso dialogato anche con Donna Haraway.
   
   

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