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Mafia nigeriana: 21 condanne a Bologna, fino a oltre 9 anni

Mafia nigeriana

Mafia nigeriana: 21 condanne a Bologna, fino a oltre 9 anni

La sentenza nell'aula bunker del carcere della Dozza

BOLOGNA, 30 ottobre 2020, 17:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Gip del Tribunale di Bologna, Domenico Panza, ha condannato 21 persone, tutte d'origine nigeriana, accusate di far parte di un'associazione mafiosa chiamata 'Maphite' o 'Green Circuit Association', attiva almeno dal 2016 in Emilia-Romagna e nel Nord Italia e sgominata nel luglio del 2019 con una serie di fermi eseguiti dalla squadra Mobile della polizia. Le pene vanno da un minimo di sei anni di carcere ad un massimo di nove anni e qiattro mesi. Sette gli assolti. La sentenza del rito abbreviato, letta nell'aula bunker del carcere della Dozza, ha sostanzialmente rispettato le richieste di condanna del Pm Roberto Ceroni, che però aveva chiesto solo quattro assoluzioni. Il giudice ha anche stabilito l'espulsione dei condannati a pena espiata. Gli imputati, secondo gli investigatori, erano organizzati in maniera gerarchica e collegati con la struttura nazionale di mafia nigeriana chiamata 'Famiglia Vaticana'. Dall'indagine erano emerse anche regole e riti di affiliazione, come giuramenti col fuoco per entrare nel gruppo e l'obbligo di pagare somme prestabilite al gruppo. Oltre alla droga, le famiglie nigeriane al centro dell'organizzazione si erano specializzate in estorsioni, nel controllo della prostituzione e nell'utilizzo di strumenti di pagamento elettronico contraffatti per l'acquisto di merce online. 

Nei confronti di due imputati, poi, uno dei quali difeso dall'avvocato Savino Lupo, il giudice inoltre ha disposto la restituzione degli atti al pubblico ministero. Il fatto che emerge dagli atti, infatti, consistente nella partecipazione dei due con il ruolo di organizzatori all'associazione mafiosa 'Maphite' in epoca anteriore e prossima al settembre 2013 è diverso da quello contestato, cioè la partecipazione allo stesso sodalizio criminale nel periodo 2016-2019. A questo punto il pm dovrà riformulare l'imputazione e quindi si ripartirà dalla notifica dell'avviso di fine indagine.
   

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