Quando l'8 novembre 2014 l'autista
di Matteo Salvini partì, accelerando, mentre era in atto la
contestazione di cui fu vittima a Bologna il leader della Lega
Nord, agì per legittima difesa: non avrebbe potuto fare altro se
non cercare di allontanare il mezzo dalla situazione di grave
pericolo che si era creata. E' la conclusione della Procura che
ha chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto dopo la querela
di Loris Narda, esponente del collettivo Hobo, coinvolto nella
protesta: all'epoca salì sul cofano dell'auto e in seguito
denunciò l'autista per lesioni, con prognosi di sette giorni.
Per l'assalto alla vettura, a cui fu rotto il lunotto
posteriore, Narda fu denunciato insieme ad altri. Nella
richiesta di archiviazione per l'autista, il procuratore
aggiunto Valter Giovannini stigmatizza la condotta
dell'antagonista, "convinto, insieme ad altri, di avere il
diritto, anzi arrogandosi il diritto, di decidere chi può o meno
venire a manifestare la propria opinione nella città di
Bologna".
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