Cibo e bevande, è business per le navi da crociera

Carnival a caccia di nuovi fornitori,spende 1 mld dollari l'anno

Redazione ANSA PARMA

Motore a forza nove per le vendite di cibo e bevande per le compagnie crocieristiche. A Cibus, un maxi gruppo d'acquisto come Carnival (fatturato 2017 a 16,5 miliardi di dollari), con una flotta di 103 navi nei mari di tutto il mondo (per l'Italia 15 della Costa Crociere e 12 dell'Aida Cruises), ha indicato un mercato in crescita negli ultimi dieci anni, e con prospettive future di incremento in aree mature e ad alta capacità di spesa come l'Europa e gli Usa, anche perché la flotta aumenterà di 15 nuove navi entro il 2020.

    Il gruppo crocieristico, con sede a Miami in Florida e 120mila dipendenti in totale, effettua ogni anno, ha precisato il vice presidente e responsabile acquisti Paolo Raia, spese in food&beverage per 1 miliardo di dollari, e in queste forniture il made in Italy ha una parte rilevante, soprattutto per burro, pasta e farina. Attualmente, i pasti a bordo sono 1,5 milioni, contando solo i clienti ospiti, e 700 i porti utilizzati per scali e rifornimenti.

    Il gruppo annovera dieci brand del settore crocieristico, e ogni compagnia di navigazione ha un'offerta specifica rivolta al proprio target di clientela. A bordo, ha osservato Raia, è sempre molto importante offrire varietà nel menu. Crescono poi i ristoranti tematici e c'è grande sensibilità da parte della compagnia per gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Ad esempio, entro il 2025 Carnival conta di eliminare la plastica a bordo e ancor prima di vincolare gli acquisti di pesce e molluschi, il sea food, al pescato con metodi sostenibili. In Italia Costa Crociere promuove anche l'alta cucina con lo chef Bruno Barbieri partner della compagnia tricolore. Negli Stati Uniti, ha precisato ancora Raia, il carrello della spesa annuale della sola Carnival corporate prevede acquisti di 3,5 miliardi di kg di burro, 16 milioni di kg di cioccolato, 31 milioni di lattine o bottiglie di birra.
   

"Lo sforzo di armonizzazione delle forniture - ha aggiunto il responsabile acquisti Carnival - ha ridotto del 30% la gamma delle produzioni agroalimentari a bordo. Ma non vogliamo restringerla più di tanto perché i menu a bordo ruotano su sette o 14 giorni; e la varietà è un must per soddisfare i diversi momenti di consumo, dal buffet alla cena di gala''. ''Siamo a Cibus - ha concluso Raia - perché molti fornitori italiani non ci conoscono ancora. Per chi è strutturato e qualificato c'è spazio di approccio e abbiamo semplificato le procedure di ingresso nell'elenco fornitori, anche perché le politiche di Trump stanno mutando velocemente i rapporti con fornitori tradizionali del Sud-Est asiatico con listini soggetti a improvvisi rialzi che ci spingono a cercare solidi partner''.

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