VERONA - Michelangelo Pistoletto porta 'Il Terzo Paradiso' all'Arena di Verona con una nuova installazione, pensata e studiata appositamente per l'anfiteatro, della sua famosa opera. Inaugurato alla presenza del sindaco di Verona Flavio Tosi, 'Il Terzo Paradiso', conosciuto in tutto il mondo anche con il nome Rebirth o segno della Trinamica, sarà in esposizione fino al 28 febbraio 2017.
"L'opera è stata realizzata nell'ombelico dell'Arena, che a sua volta - ha spiegato Pistoletto - è l'ombelico della città. Qui c'è l'energia storica, si unisce al presente e crea un'immagine di futuro. Il Terzo Paradiso lo reinterpreto ogni volta in ogni luogo in cui lo realizzo: così il significato è sempre uguale ma sempre diverso". L'installazione è composta da 96 tavolette di legno riciclato di 90x90 cm rivestite di alluminio lucido. A seconda dell'angolazione da cui viene osservata, cambia l'effetto cromatico e il tipo di riflesso. "L'opera si compone di tre cerchi/Paradisi: il primo Paradiso rappresenta l'integrazione con la natura, il secondo si integra invece con il mondo artificiale e lo rappresenta, il terzo, quello centrale, è l'unione tra questi due mondi. L'importanza, fondamentale, è trovare il giusto equilibrio tra natura e artificio" ha spiegato Pistoletto che dialoga così con un monumento di 2000 anni come l'Arena.
I tre cerchi che la compongono coprono una superficie di 37 x 15 metri all'interno dell'Arena che viene esaltata dall'effetto cromatico degli innumerevoli giochi di luce e di colori, determinati dalla superficie specchiante. 'Il Terzo Paradiso' non è visibile dall'esterno però, trattandosi di un anfiteatro, potrà essere ammirato - oltre che dai visitatori all'interno - dai passeggeri che sorvoleranno lo spazio aereo della città durante il mese di febbraio.
L'installazione è curata da Sandro Orlandi Stagl e Fortunato D'Amico e realizzata con la supervisione di Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.
Il Terzo Paradiso inscrive nel simbolo dell'infinito, formato da due unità circolari, un cerchio centrale che allude ai cicli della rigenerazione e impone riflessioni sulla necessità di trovare un equilibrio nel rapporto tra natura e artificio. Il simbolo, che vuole rappresentare l'impegno dell'arte nel percorso di trasformazione responsabile della società, in armonia con la scienza e la natura, è stato ideato nel 2003 e presentato alla Biennale di Venezia del 2005. Da allora ha compiuto un lungo viaggio intorno al mondo, passando per i cinque continenti, dialogando con milioni di persone, dalle piazze ai luoghi più significativi della cultura internazionale, come ad esempio il Museo del Louvre di Parigi. E nel 2015, per celebrare i 70 anni dell'ONU, è stata creata un'installazione permanente dell'opera di Pistoletto, collocata nei giardini davanti al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.