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L'arte del '900 secondo Leone Piccioni

L'arte del '900 secondo Leone Piccioni

Da De Pisis a Burri, Pienza ospita collezione critico letterario

PIENZA (SIENA), 22 luglio 2020, 21:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PIENZA (SIENA)  Da Filippo De Pisis ad Alberto Burri, l'arte del Novecento secondo la visione di Leone Piccioni esposta a Pienza (Siena) dal 29 agosto al 10 gennaio prossimi. E' la mostra 'Mio vanto, mio patrimonio' che porta nella città ideale voluta da Pio II la collezione di dipinti che il critico letterario, scomparso nel 2018 a 93 anni, ha riunito nel corso della sua lunga esistenza, "chiaro specchio - annotano gli organizzatori - del suo essere stato uno dei più fini intellettuali che l'Italia abbia potuto vantare nella seconda metà del 'secolo lungo'".
    L'esposizione, a cura di di Piero Pananti e Gloria Piccioni, figlia di Leone, raccoglie al Museo della Città di Pienza oltre 95 opere: tra gli artisti della collezione con De Pisis e Burri figurano, in ordine alfabetico, Afro Basaldella, Remo Bianco, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Mario Ceroli, Piero Dorazio, Jean Fautrier, Lucio Fontana, Remo Formichi, Giosetta Fioroni, Franco Gentilini, George Grosz, Renato Guttuso, Carlo Guarienti, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Mario Marcucci, Giorgio Morandi, Ennio Morlotti, Aleardo Paolucci, Ottone Rosai, Piero Sbarluzzi, Mario Schifano, Gregorio Sciltian, Graham V.
    Sutherland e Venturino Venturi. Autori presenti talvolta con più opere, anche diversissime per caratteristiche e dimensioni, ma che testimoniano "una frequentazione, una precisa assonanza, un richiamo con la poesia o la letteratura, un pensiero condiviso.
    Ma anche la semplice emozione d'un momento". Lo spirito con cui è stata nel tempo costituita la collezione, spiegano i due curatori, è "l'amore per il bello e per la cultura, l'impulso per la condivisione delle arti e della conoscenza, le affinità elettive che legano il critico ai pittori, poeti, intellettuali suoi amici". Riportando tra l'altro alla memoria, la lunga vicinanza di Piccioni con Ungaretti e la scelta di Dorazio per illustrare 'La Luce', sua raccolta di poesie degli anni 1914-1961.
   

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