«Collocare immagini nel mondo ha
conseguenze inaspettate». Si apre domani a Palermo 7 ottobre la
prima mostra siciliana interamente dedicata a Banksy, il
misterioso artista inglese che, con la sua presenza/assenza, le
sue azioni comunicative anonime, che invadono gli spazi
pubblici, e i messaggi delle sue opere seriali, ha segnato
l'arte di questi primi decenni del XXI secolo. "Ritratto
d'ignoto, un artista chiamato Banksy" presenta un centinaio di
lavori originali, fra dipinti del primo periodo, serigrafie,
stampe numerate, oggetti installativi e altri provenienti da
Dismaland, il parco a tema sorto per poco a Weston Super Mare,
divisi fra il Loggiato di San Bartolomeo e il palazzo Trinacria
della Fondazione Pietro Barbaro. Il titolo della mostra si pone
come omaggio a un altro grande ignoto, il Marinaio di Antonello
da Messina. Con questa scelta i curatori Gianluca Marziani,
Stefano Antonelli e Acoris Andipa hanno voluto raccogliere la
suggestione del piccolo ed enigmatico capolavoro conservato al
Museo Mandralisca di Cefalù, traendo una sorta di ispirazione
ideale che differenzia il progetto che giunge a Palermo con
l'aggiunta di opere nuove rispetto alle mostre di Genova
(Palazzo Ducale) e di Ferrara (Palazzo dei Diamanti). E'
difficile chiudere in un percorso espositivo un fenomeno
artistico che ha per teatro delle sue azioni la scena
metropolitana e per veicolo dei suoi messaggi la serialità della
produzione perché quello che conta è l'idea che la genera, ma
l'iniziativa di Palermo è un'occasione da non perdere per
comprendere almeno in parte il senso destabilizzante del suo
approccio all'arte. Banksy si muove fra le tante contraddizioni
della contemporaneità, affrontandole a viso aperto. Si può dire
che sia una contraddizione egli stesso, sempre in bilico fra
l'enorme successo di pubblico, alimentato dall'aura di mistero,
e l'integrità di un pensiero che lo ha portato ad armare a sue
spese la Louise Michel, nave di salvataggio dei migranti nel
Mediterraneo, o realizzare con coraggio a Betlemme il "Walled
Off Hotel", piccolo albergo di faccia al terribile muro che
divide la Palestina da Israele, proprio dove i bambini lanciano
pietre contro i soldati.
Stella irridente e riottosa, amata/odiata dallo Star System,
Banksy sfugge al controllo del mercato dell'arte con l'uso dei
media digitali per diffondere e identificare i suoi progetti,
spingendosi fino alla distruzione di un'opera venduta a suon di
milioni. Vero e falso non sono un problema per questo "ghost
artist", che vive di ambiguità e slittamenti semantici. Le
informazioni su di lui si possono condensare in voci abilmente
diffuse sul web. Lui esiste in base a una firma logo; in calce
alle sue mostre c'è sempre scritto "non autorizzato", ma
tuttavia non le contesta. Le opere presenti al Loggiato di San
Bartolomeo raccontano soprattutto l'impegno civile e culturale
dell'artista a fianco degli ultimi, la sua costante attività di
denuncia sui temi socialmente più rilevanti del nostro tempo. A
Palazzo Trinacria invece secondo un progetto che si chiama
"Arca" sono esposti i suoi "animali", tutti riuniti in un
bestiario metamorfico, simbolo di un'umanità che ha perduto
l'ingenuità primigenia e il gusto mirabolante della vita. Il
percorso fra le due sedi è scandito da una serie di murales
realizzati dagli artisti di strada palermitani, che
reinterpretano il lavoro del loro grande progenitore. Il
progetto è realizzato da Skip La Comune ed è firmato da Skip e
Antonio Valguarnera.
La mostra, nata dalla collaborazione fra Fondazione
Sant'Elia, Metamorfosi e Fondazione Pietro Barbaro, è stata
presentata stamattina al Loggiato di San Bartolomeo dal sindaco
di Palermo Leoluca Orlando, dall'assessore alle culture Mario
Zito, dal presidente di Sant'Elia Antonio Ticali e dai curatori.
"Ritratto d'ignoto, un artista chiamato Banksy" sarà aperta fino
al prossimo 17 gennaio. 17 gennaio.
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