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Giovanni Paisiello e i rapporti con Napoleone

Giovanni Paisiello e i rapporti con Napoleone

Messa Incoronazione in prima esecuzione contemporanea a Taranto

TARANTO, 08 settembre 2021, 18:06

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Giovanni Paisiello Festival (20-30 settembre) quest'anno è dedicato ai rapporti tra il musicista tarantino, grande esponente della Scuola napoletana, e Napoleone, nel suo bicentenario. Si apre al Teatro Fusco di Taranto con la mezzosoprano Anna Bonitatibus, specialista del primo Ottocento, che porta musiche di Paisiello, Cherubini, Haydn, Beethoven e Schubert, tra altri brani degli anni in cui Napoleone preparò la sua ascesa al soglio imperiale. Il gran finale di questa 19/a edizione, nel Duomo di San Cataldo, prevede la Messa in si bemolle per l'Incoronazione di Napoleone - prima esecuzione in tempi contemporanei - composta da Paisiello per la sontuosa investitura il 2 dicembre 1804 a Parigi in Notre Dame, poi immortalata nella tela di David.
    Prevista anche una selezione di Mottetti per la Cappella Palatina di Giuseppe Bonaparte, salito al trono delle Due Sicilie.
    Verranno proiettate in videomapping le vetrate di Notre Dame durante il concerto, affidato all'Orchestra da Camera e al Coro del festival, diretti da Pierluigi Lippolis, con la soprano Mari De Biasi, il tenore Ma Yumeng e il basso Francesco Masilla. Nel cartellone anche i Solisti dell'Orchestra Barocca di Cremona (24/9), presentazioni critiche con interventi musicali e un convegno.
    Il festival, promosso dagli Amici della musica Arcangelo Speranza, è stato presentato a Taranto: "Stratega militare, politico astuto e uomo ambiziosissimo, Napoleone - ha spiegato il direttore artistico Lorenzo Mattei - era ben consapevole di come la gestione del potere comportasse il patrocinio delle arti" e la sua committenza musicale s'indirizzò verso i maestri della Scuola napoletana, accolti nelle corti europee, come "Piccinni e poi Paisiello, considerato da Bonaparte il più grande tra i musicisti". Nel 1801 Napoleone riuscì così a strapparlo al governo borbonico e Paisiello per lui scrisse la Messa e l'opera Proserpine.
   

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