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I minatori cinesi in reportage storico di Chiucchiù

I minatori cinesi in reportage storico di Chiucchiù

A Arcevia scatti di 20 anni fa immortalano vita remoto villaggio

ANCONA, 17 giugno 2022, 12:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tra il 18 giugno e il 24 settembre prossimi l'Atelierphos di Castiglioni di Arcevia (Ancona) ospita una mostra fotografica tratta da un raro réportage realizzato oltre venti anni fa in Cina, nella provincia del Guizhou, dal giornalista e reporter Giuseppe Chiucchiù. "Cina. I minatori della provincia di Guizhou", il titolo della rassegna che raccoglie una sequenza di straordinari scatti eseguiti in un piccolo e remoto villaggio del distretto di Pingba, all'interno di una miniera di carbone gestita dagli abitanti con metodi arcaici. Si tratta di fotografie scattate in condizioni estreme, nelle viscere della terra, in cunicoli bassi e bui: un materiale che per la sua peculiarità rappresenta una sorta di documento storico.
    La fortissima evoluzione degli ultimi decenni (nel corso dei quali il Guizhou ha trasformato la sua struttura produttiva ed ha assunto una funzione trainante per l'economia cinese, arrivando ad essere una delle prime regioni del Paese per il tasso di crescita del Pil, ha ormai relegato nelle pieghe della storia le immagini di quei cunicoli nei quali i minatori, fra loro anche dei bambini, trascinavano il carbone raccolto in cesti di vimini per portarlo all'esterno.
    Quella miniera ancestrale forse oggi non esiste più, e quelle colte da Chiucchiù sono state probabilmente le ultime fotografie che ci restituiscono un tempo e un contesto ambientale pressoché scomparsi in una Cina che conservava all'epoca, in quelle località periferiche nelle quali era rarissimo imbattersi in visitatori europei, le tracce visibili del suo passato, oltre ai colori e al fascino dei costumi e delle usanze di comunità linguistiche ed etniche di antica origine, come quella dei Dong o quella dei Miao, oggetto quest'ultima di un'altra sequenza di scatti di Giuseppe Chiucchiù. Quelle raccolte nella mostra di Atelierphos sono foto che Chiucchiù aveva realizzato e "salvato", dopo un avventuroso viaggio condotto in parte in corriera o su mezzi di fortuna; foto che dopo il suo rientro in Europa avevano trovato spazio su importanti testate giornalistiche italiane e tedesche. La mostra, che occuperà l'intera estate di Castiglioni, piccola gemma incastonata fra i monti e i castelli arceviesi, si tiene in concomitanza con le iniziative che a poca distanza, tra Sassoferrato e Cabernardi, ricordano il 70mo anniversario (1952-2022) dell'occupazione della miniera di Cabernardi. Mondi e accadimenti lontani nel tempo e nello spazio, che richiamano situazioni assai diverse ma hanno un denominatore comune: il complesso rapporto fra l'uomo e la terra, dalle cui viscere vengono tratte risorse preziose a prezzo di lavoro, sacrificio e rischio. All'Atelierphos, aperto tutti i giorni tra le 10 e le 21, l'ingresso è libero. Possibili anche visite guidate in italiano, inglese e tedesco, previa prenotazione (g HYPERLINK "mailto:giuseppe@chiucchiu.it"iuseppe@chiucchiu.it), alla .
    presenza dell'autore.
    Fotografo professionista iscritto all'Ordine dei Giornalisti delle Marche, Giuseppe Chiucchiù è nato a Latina e si è formato artisticamente in Germania, diplomandosi alla Kustschule di Francoforte. Nel 1988 ha iniziato la professione di fotoreporter free lance con l'Agenzia ANSA. Ha collaborato con i maggori gruppi editoriali fino al 2009. Tra i suoi lavori più significativi, i réportages nel 1989 in Salvador nella zona di guerra del Fronte Farabundo Martì, nel 1990 in Romania per la caduta di Ceausescu, nel '91 in Germania sul fenomeno dei nazi-skin, nel '92 sui fronti della guerra dei Balcani, a Mostar e Sarajevo, e al seguito della campagna presidenziale di Bill Clinton negli Usa. Un réportage nel 1993 sulle comunità di ebrei ortodossi nello Stato di New York gli è valso il prestigioso premio "Nikon Photo International". La sua attività di reporter fotografico è proseguita in Messico (rivolta zapatista del Chiapas), in Israele dopo l'attentato a Isaak Rabin, in Albania, nelle miniere di carbone nella Cina sud occidentale, il raduno del Kumb Mela in India. Altri suoi apprezzati réportages degli anni Duemila, quelli effettuati nella Death Valley in California, nel parco nazionale di Yosemite, a New York dopo l'attentato alle torri gemelle, in Uzbekistan, Tadjikistan, Afganistan. Nel 2004 ha tenuto una mostra fotografica "Omnibus", a Serra de' Conti (Ancona), nel 2006 ha firmato il volume fotografico "Le colline del sogno", che aveva seguito il volume d'esordio "Marche terra sconosciuta". Tra i suoi reportage di cronaca quelli dedicati a figure emblematiche da Lady Diana a Sarah Fergunson, da Carlo d'Inghilterra a Bettino Craxi negli anni d'esilio ad Hammamet, da Francesco Moser impegnato in Messico nel record dell'ora ai viaggi del Papa. E' stato, tra l'altro, l'unico reporter che sia riuscito a fotografare Lucio Battisti dopo il suo ritiro dalle scene artistiche.
   

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