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Terremoto: a San Severino il reportage dell'arte ferita

Terremoto: a San Severino il reportage dell'arte ferita

Il dramma negli scatti di Luca Maria Cristini

SAN SEVERINO MARCHE, 21 dicembre 2019, 18:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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SAN SEVERINO MARCHE Una mostra e un catalogo per ricordare le ferite del sisma e aiutare a non dimenticare. Si intitola "Scherza con i fanti e lascia stare i santi" la rassegna di fotografie, scattate sui luoghi del terremoto del 2016 allestita nelle sale espositive della biblioteca comunale "Tacchi Venturi" di San Severino Marche.
    L'esposizione, patrocinata dal Comune, presenta una serie di istantanee realizzate dall'architetto Luca Maria Cristini durante la sua attività professionale nell'area del cratere.
    Venerdì 27 dicembre è in programma anche un incontro con la partecipazione della giornalista Maria francesca Alfonsi e del sociologo Alberto Pellegrino dal titolo "Si può scherzare coi Santi?" durante il quale sarà presentato il catalogo.
    "La fretta di agire in situazioni di pericolo di crollo, con la minaccia di repliche sismiche anche significative, il costante sottofondo di quei sordi boati che si avvertono solo nelle zone vicine alle faglie, mi ha regalato istantanee talvolta sfocate, mosse o con entrambi i problemi; tuttavia ognuna di queste, che ho scelto con il fondamentale supporto di Alberto Pellegrino - spiega Cristini - sembra trasmetterci un sentimento vivo".
    Pellegrino firma un saggio sul valore della religiosità popolare contenuto nel catalogo: le opere religiose danneggiate "oltre una loro dignità formale, acquistano il sapore e il valore di una testimonianza riguardante un patrimonio di arte popolare sopravvissuto al dramma del sisma. Queste immagini riescono a trasmettere anche una serie di stati d'animo e di sentimenti che colgono l'osservatore posto di fronte a queste statue, le quali non sono più le protagoniste di un culto popolare, ma sono le testimoni mute di una tragedia che ha sconvolto intere comunità colpite non solo negli affetti familiari, nelle memorie e nelle loro dimore, ma nel loro patrimonio religioso contenuto".
    Immagini sconvolgenti per certi versi, che trasmettono le paure, il dolore, la perplessità che possono provare dei semplici "fanti" in situazioni critiche come quelle vissute a causa del terremoto. "Cristini, come suo carattere, sceglie la serietà ironica e sapiente di 'Scherza coi fanti e lascia stare i Santi' - scrive Maria Francesca Alfonsi nell'introduzione al catalogo - anche in quelle immagini che sono lì a ricordarci, con quegli sguardi clementi, che abbiamo poco tempo ancora per non disperdere definitivamente la superba memoria: non solo la grande arte, ma anche la lunghissima pratica democratica, poiché su questi monti nacque anzitempo l'idea d'Europa. Poco tempo contro l'umana indifferenza. E si sa, senza la memoria non si costruisce il futuro".
   

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