"Ho sempre visto architettura,
design e arte insieme come un tutt'uno nei miei progetti" diceva
Nanda Vigo, architetto, artista e designer, protagonista del
clima culturale, milanese ed europeo degli anni Sessanta, cui la
Fondazione Sozzani dedica la mostra "Nanda Vigo, incontri
ravvicinati. Arte, Architettura, Design" a cura di Marco
Meneguzzo e Allegra Ravizza, Archivio Nanda Vigo, e in
collaborazione con Luca Preti.
Con rari prototipi, pezzi unici, disegni e schizzi inediti,
l'esposizione - che apre il 5 settembre per la design week - si
divide in tre sezioni: la prima presenta Nanda Vigo - mancata lo
scorso anno - come "maestra della luce", con una delle sue opere
d'arte più note, "l'Ambiente Cronotopico" del 1968, che
rappresenta l'idea immersiva della luce come viaggio. La seconda
si concentra sull'architettura, attraverso pezzi storici e
immagini inedite. La terza riflette la complessità della ricerca
come designer: dai celebri specchi, alle sedie "due più" (1971)
fino alla collezione Hard & Soft, ultima collezione completa
realizzata per un'ambiente immersivo nel 2019.
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