ROMA - "La mia principale occupazione è il disegnar paesaggi; a questo il cielo e la terra invitano qui come in nessun altro luogo" scriveva Johann Wolfgang von Goethe in Viaggio in Italia. A Roma e in Italia lo scrittore e poeta scopre la sua identità di uomo partecipe all'Universitas della vita, ovvero al sentimento di un umanesimo classico e universale. In Italia vive l'antichità che aveva conosciuto sui libri, la fa sua. Per Goethe l'Italia incarna l'armonia tra spirito e sensi, l'equilibrio classico le cui radici sono nella civiltà greca e romana. In Italia porta a compimento la sua Ifigenia in Tauride, capolavoro della misura e della capacità d'influenzare la storia.
Da qui deriva l'incipit della mostra "Utopia di un viaggio con Goethe" a cura di Giuseppe Ussani d'Escobar, allestita dal 6 aprile negli spazi del Museo Venanzo Crocetti a Roma: 40 dipinti sull'Italia dell'artista Gerhard Schwarz che, fin dagli anni giovanili studente ad Heidelberg, scopre di frequentare senza averne piena coscienza i luoghi dai quali è passato Goethe, intrecciando così con lui un dialogo silenzioso e misterioso che in qualche modo segna il suo carattere e la sua vita. La mostra, organizzata dalla società Sphaerica con il patrocinio dell'ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia, dell'Istituto Culturale dell'Iran in Italia, della Regione Lazio e dell'Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche Italiane) raccoglie i 40 dipinti che raccontano soggetti e paesaggi intensi, il viaggio che Goethe intraprese in Italia.
Le opere si offrono al pubblico come i personaggi di un racconto che abitano luoghi carichi di memoria, l'artista ripercorre e attraversa così tutta la penisola, restituendo, attraverso una delicata tecnica ad olio, i cui colori pastello e le sfumature accompagnano l'osservatore, simbologie, spazi e sensazioni. I dipinti di Schwarz sono appunti di viaggio e non si riferiscono con fedeltà al testo di partenza Viaggio in Italia di Goethe. Sono appunti che hanno il tocco del colore e della luce, riflettono l'armonia tra spirito e sensi alla quale si richiamava Goethe nel riferirsi all'Italia. Si tratta di spazi mentali ancor prima che fisici. L'intimità dello spazio interiore ricerca la luce, così come accadeva agli Impressionisti francesi che inseguivano la luce e il suo rifrangersi nell'atmosfera. Il riflesso è specchio dell'anima, la magia cattura l'attimo. Nel paesaggio d'ispirazione impressionista l'io viene raffigurato nel suo fluire profondo e gli appunti di Schwarz sono il peregrinare dell'anima attraverso lo spazio in un'incessante metamorfosi. In alcune opere dell'artista sembra affiorare Turner con le sue astrazioni luminose e il paesaggio viene assorbito dalla luce, non vi è più il tempo né il desiderio di tracciare un segno, ma solo l'esigenza di abbandonarsi all'estasi luminosa che apre a dimensioni altre.
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