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Dante e la Divina Commedia nei vicoli

Sulla scia di Benigni, un giovane studioso sfida i tempi moderni

di Marzia Apice

 ROMA - Una piccola rivoluzione letteraria nei vicoli di Roma.
    E' quella che da più di un anno e mezzo cerca di portare avanti Luca Maria Spagnuolo, campano, 30 anni, una laurea in storia dell'arte in tasca, senza mezzi economici ma con una grande determinazione: è lui l'animatore di "Dante per tutti: lectura dantis per il centro di Roma", un ciclo di letture della Divina Commedia a ingresso gratuito in programma ogni giovedì alle 19.30 presso l'Associazione Culturale Febo. Si riparte il 22 settembre.
    Dopo un'esperienza a Berlino, complice la mancanza di lavoro, Luca ha deciso di assecondare la sua passione per il Sommo Poeta, iniziando uno studio intenso che dura tuttora: alle 8 di mattina in biblioteca, una piccola interruzione per il pranzo, e poi ancora sui libri fino a sera. Dall'unione di studio e passione è nata l'idea di far conoscere la grandezza e l'attualità di Dante a quante più persone possibile, non solo però "per un mero piacere letterario", spiega in un'intervista all'ANSA, "quanto piuttosto per la volontà di affrontare la complessità del presente partendo dalla nostra storia. Il fine è capire chi siamo per aprirci a chi abbiamo di fronte. Come si può accogliere l'altro, se neppure sappiamo da dove veniamo?".
    Fidelizzando passo dopo passo il pubblico, l'iniziativa è piaciuta, e piano piano si è allargata, tanto che il giovane dantista ha iniziato anche a proporre dei piccoli video per raccontare ancora Dante, ma in chiave ironica. Terminati a luglio, gli appuntamenti riprenderanno a settembre, con nuovo vigore. Il format è semplice: "Prima l'introduzione, poi terzina per terzina faccio a fette la Commedia, cercando di attualizzarla senza banalizzarla, ma non è facile perché Dante è sempre Dante. Mi rivolgo ad appassionati di letteratura, non a studiosi e di certo non salgo in cattedra". Se gli inizi di questa avventura non sono stati facili ("ho rotto le scatole a chiunque, perché l'idea forse è banale ma nessuno fa una cosa del genere. La gente è interessata, ed è straordinario, perché in pochi ci credevano", dice), poi però sono arrivati riconoscimenti importanti: il Patrocinio della Società Dante Alighieri e dimostrazioni di stima e di condivisione di intenti da parte del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, Beppe Severgnini, Erri de Luca, Luca Serianni e Vittorio Sermonti. Certo, soldi non ce ne sono, però spiega, "per il momento mi aiutano i miei in questa follia". Agli incontri partecipano prevalentemente ragazzi dai 20 ai 30 anni, "ma quest'anno sono venuti anche alcuni stranieri che vivendo in Italia vogliono conoscere più profondamente la nostra cultura", afferma, "il taglio che cerco di dare è giovanile, ma mai improvvisato. Emergono problemi religiosi, l'amore, la corruzione, il peccato e la politica: a volte dopo la lettura nasce anche un dibattito. Quello che cerchiamo è la contemporaneità di Dante e del Medioevo letterario". Più o meno come fa Benigni: "Benigni ha sdoganato la Divina Commedia dall'ambito accademico riportandola in piazza. Io mi metto umilmente sulla sua scia", spiega, "certo, chi viene ai miei incontri non lo fa per me, ma per Dante. Con Benigni è diverso: le persone vogliono ascoltare lui". E per il futuro, ci sarà ancora Dante? "Vorrei provare a introdurre la Divina Commedia con i sonetti di Petrarca. E poi mi piacerebbe provare a fare l'esegesi dei canti giullareschi italiani".
   

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