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La fortuna di Dante nei secoli, tra i codici e i disegni di Scaramuzza

A Parma tesori bibliografici in Un splendor mi squarciò 'l velo

di Marzia Apice PARMA

PARMA - Tesori bibliografici e artistici come manoscritti preziosi, codici e incunaboli, accanto agli eccezionali e suggestivi disegni di un artista raffinato come Francesco Scaramuzza per raccontare in due percorsi monografici paralleli eppure congiunti la fortuna lungo i secoli della Divina Commedia e del suo creatore: è la mostra "Un splendor mi squarciò 'l velo. Dal codice 3285 a Scaramuzza", allestita dal 20 novembre al 12 febbraio 2022 negli spazi appena recuperati delle Scuderie Ducali nel Complesso Monumentale della Pilotta di Parma. A cura di Giuseppa Zanichelli e Simone Verde e nata nell'ambito del progetto "Dante e la Divina Commedia in Emilia Romagna" (percorso espositivo diffuso che valorizza il patrimonio dantesco di 14 biblioteche e archivi storici in cui l'autore della Commedia, dopo l'esilio, trovò la sua seconda patria), la mostra celebra i 700 anni dalla morte di Dante in modo non scontato e con opere normalmente non visibili al pubblico.

L'attenzione del percorso, che presenta la prima organica esposizione di antichi codici danteschi accanto all'opera pregevole di Scaramuzza dedicata alla Commedia, si focalizza sull'origine e lo sviluppo dell'interesse nei confronti di Dante, documentando la popolarità del Poeta in Italia e fuori dai confini nazionali, e le influenze sulla produzione artistica tra '700 e '800. Tra le opere da non perdere il codice 3285, uno dei maggiori tesori della Biblioteca Palatina, riconosciuto come una delle più antiche trascrizioni della Commedia dantesca (capolavoro di miniatura del Maestro delle Effigi Domenicane del 1337 ca.) e dotato di uno straordinario apparato decorativo. Accanto al patrimonio bibliografico, la mostra rivela le opere realizzate da Scaramuzza, artista parmense che ottenne dal Ducato l'incarico di eseguire con tecnica ad encausto a freddo i dipinti murali ispirati al Poeta tra il 1841 e il 1857, al fine di impreziosire con la sua opera la Sala Dante della Biblioteca Palatina. Da quell'incarico Scaramuzza poi decise di illustrare l'intera Commedia, un'impresa terminata nel 1876 e composta in tutto di 243 cartoni a penna: un corpus straordinario di opere che illustrano gli episodi salienti del poema (73 per l'Inferno, 150 per il Purgatorio e 50 per il Paradiso) a cui l'esposizione dà il giusto risalto.

Ma la mostra offre anche l'occasione di ammirare il recupero, grazie a un accordo con il Ministero della Cultura, degli imponenti e suggestivi spazi delle Scuderie ducali, al piano terra dell'ala nord del Palazzo della Pilotta e ora finalmente parte del percorso espositivo: databili alla fine del '500, le Scuderie si estendono per una superficie complessiva di circa 1500 mq. "Le Scuderie rappresentano un contesto di altissimo pregio architettonico e spaziale, contraddistinto da una distribuzione volumetrica a manica posta parallelamente al cortile del Guazzatoio", ha spiegato il direttore del Complesso della Pilotta Simone Verde, "altezze e maestosità dei solai voltati sono le caratteristiche di grande rilevanza che definiscono il luogo; inoltre, all'interno sono ancora perfettamente conservate sul perimetro le 90 mangiatoie antiche per i cavalli in pregevole materiale".

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