Il Museo Civico Medievale di
Bologna aderisce alle celebrazioni per il settimo centenario
della morte del Sommo Poeta con il progetto espositivo 'Dante e
la miniatura a Bologna al tempo di Oderisi da Gubbio e Franco
Bolognese', visibile dal 28 maggio al 3 ottobre. La mostra -
curata da Massimo Medica, responsabile Musei Civici d'Arte
Antica di Bologna e curatore dell'esposizione 'Le Arti al tempo
dell'esilio' allestita nella Chiesa di San Romualdo a Ravenna
fino all'8 settembre - presenta 14 codici miniati riconducibili
alla produzione bolognese tra la seconda metà del XIII e gli
inizi del XIV secolo.
Richiamandosi al rapporto che Dante ebbe in vita con Bologna,
le ragioni della mostra muovono dallo sguardo curioso e dalla
sensibilità critica che rivolse verso le arti figurative. Dante
soggiornò a Bologna in più occasioni: una prima volta
probabilmente intorno al 1286-87, quando forse frequentò, come
"studente fuori corso", l'Università. Più prolungato fu il
secondo soggiorno, che vide il poeta trattenersi in città per
almeno due anni, dal 1304 al 1306. Una presenza che gli consentì
di entrare in contatto con alcuni di quei luoghi deputati alla
produzione e alla vendita dei libri, dove probabilmente aveva
avuto notizia dello stesso miniatore Oderisi da Gubbio di cui
racconta l'incontro, tra i superbi, nell'XI canto del
Purgatorio. Oderisi da Gubbio risulta in effetti documentato a
Bologna tra gli anni sessanta e settanta del Duecento, il che
induce a credere che avesse operato nell'ambito della miniatura
locale del cosiddetto "primo stile", una scuola tradizionale
ancora legata allo stile bizantino.
A questa prima fase seguì una diversa e più aggiornata
corrente di stile capace di rinnovare il carattere delle
decorazione dei codici bolognesi in una direzione goticizzante.
Questa ulteriore corrente, definita "secondo stile", ebbe come
protagonista il Maestro della Bibbia di Gerona, nome che gli
deriva da una Bibbia oggi conservata alla Biblioteca Capitolare
della città spagnola.
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