(di Luciano Fioramonti)
I capelli liberi e mossi dal vento,
la testa inclinata verso sinistra, gli occhi che guardano verso
il basso, l' espressione serena ma enigmatica. Leonardo colpisce
ancora offrendo con la sua Scapiliata un' altra icona femminile
di bellezza misteriosa senza tempo. Il genio di Vinci la dipinse
su una tavola di dimensioni ridotte, 25x21, nell' ultimo
decennio del Quattrocento. Il Complesso Monumentale della
Pilotta di Parma rende omaggio alla fortuna del suo gioiello con
la mostra allestita fino al 12 agosto alla Galleria Nazionale.
E' un altro tassello che si aggiunge alle iniziative ufficiali
del Comitato Nazionale per celebrare i 500 anni della morte del
gigante dell' arte mondiale. Poste Italiane contribuisce con un
francobollo dedicato alla protagonista del capolavoro.
Con la Scapiliata, osservano i curatori - il prof Pietro
Marani e il direttore della Pilotta Simone Verde -, Leonardo va
oltre la bellezza: "Con uno sperimentalismo unico nel suo
genere, riesce a riassumere, nello spazio immobile e
bidimensionale di una tavoletta, tutta la complessità divina
della realtà: il movimento, la vita, gli affetti, ovvero i
sentimenti propri alla sfera emotiva e psicologica del
soggetto". Accanto a ben quattro opere di Leonardo, si potranno
ammirare altri lavori di grandissimo pregio di Gherardo
Starnina, Bernardino Luini, Hans Holbein, Tintoretto, Giovanni
Lanfranco. Nella piccola immagine l' artista di Vinci condensa i
principi da lui stesso indicati nel Trattato sulla pittura per
la raffigurazione della chioma della figura femminile: "Fa tu
adunque alle tue teste gli capegli scherzare insieme col finto
vento intorno agli giovanili volti, e con diverse revolture
graziosamente ornargli».
Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni, dai
primi passi della ricerca pittorica rinascimentale, ad alcuni
dipinti e disegni originali di Leonardo o del contesto
fiorentino precedente o contemporaneo all' artista - due
arrivano straordinariamente dalle collezioni della Royal Library
di Windsor e un altro dalle raccolte del Castello Sforzesco di
Milano -, in cui viene affrontato il tema dei capelli scomposti.
L' opera viene poi messa a confronto con il dipinto di
Bernardino Luini "Salomé con una serva che riceve dal boia la
testa di san Giovanni Battista" conservato degli Uffizi, il cui
volto della protagonista sembra ripreso quasi alla lettera dalla
tavoletta parmense. Un capitolo specifico è dedicato al pittore
e scultore Gaetano Callani (Parma, 16 gennaio 1736 - 6 novembre
1809) che nella sua collezione accolse la Scapiliata di
Leonardo. Allo scopo di documentare la politica di acquisizioni
della Galleria Palatina fra 1820 e 1840, quindi al momento
dell'ingresso dell'opera nelle sue collezioni, la mostra si
sofferma anche sulla figura di Paolo Toschi, all'epoca direttore
delle Gallerie dell'Accademia di Belle Arti di Parma, che definì
la Scapiliata "cosa rarissima da trovarsi ai giorni nostri".
Quanto all' autenticità dell' opera, secondo l' ipotesi più
accreditate la tavoletta appartenne a Isabella d'Este e rimase a
Mantova anche dopo la vendita della collezione Gonzaga a Carlo I
Stuart (1626-27). Venne sottratta durante il Sacco della città
da parte dei Lanzichenecchi di Ferdinando II nel 1630-31.
Sparita per oltre un secolo, la Scapiliata sarebbe poi confluita
nella collezione di Gaetano Callani durante il soggiorno
milanese dell'artista tra 1773 e il 1778. La critica è concorde
nell' attribuirla a Leonardo come hanno testimoniato i maggiori
specialisti e le mostre recenti al Louvre (2003 e 2019), Milano
(2014-2015), New York (2016), Parigi (2016); Napoli (2018).
Oltre che un rebus la Scapiliata, osservano i curatoori, è
anche un simbolo. "Fu un'ossessione del Rinascimento riprodurre
il mondo non solo come appare, ma come è". (Ansa).
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