La città di Napoli ha ritrovato
l'affresco del '600 realizzato da Mattia Preti che si trova su
Porta San Gennaro. Lo svelamento è stato accolto dall'applauso
delle istituzioni presenti e dei cittadini della zona accorsi
per l'occasione. ''E' stato un lavoro importante che
contribuisce a riqualificare una zona della città su cui stiamo
investendo molto anche con il Contratto di sviluppo - ha detto
il sindaco, Luigi de Magistris - ed è bello che in un momento
così difficile si riparta proprio dalla cultura e dalla nostre
bellezze e rivolgo un appello: tutti dobbiamo insieme prenderci
cura della città''.
Un percorso, quello che ha portato alla conclusione del
restauro, che è iniziato nel settembre 2019 con la firma della
convenzione che ha dato il via ai lavori che sono andati avanti
nonostante la pandemia e le conseguenti norme per evitare la
diffusione del contagio. Un accordo che è frutto dell'incontro e
della collaborazione tra pubblico e privato con lo scopo di
prendersi cura e di valorizzare l'immenso patrimonio artistico e
storico di Napoli. ''E' importante recuperare il grande
patrimonio artistico di questa città - ha affermato il
soprintendente Luigi La Rocca - e tutte le istituzioni insieme
devono collaborare anche per diffondere nella comunità il valore
del nostro immenso patrimonio che speriamo possa presto tornare
ad attrarre i turisti''.
Il progetto di recupero è stato promosso dall'assessorato
alla Cultura del Comune di Napoli e dal Fai Campania con la
collaborazione della IV Municipalità. L'opera di restauro è
stata realizzata grazie al sostegno gratuito di AReN
(Associazione restauratori napoletani), dell'associazione
Friends of Naples e dell'Acen (Associazione costruttori edili
Napoli). ''Abbiamo offerto un contributo economico al restauro
del dipinto di Mattia Preti come segno di amore per la città -
ha sottolineato Federica Brancaccio, presidente Acen - perché
avere cura delle fragili bellezze del nostro territorio
significa lasciare un segno tangibile e durevole dell'impegno
sociale degli imprenditori. Questa inaugurazione dimostra
inoltre che si può lavorare insieme, pubblico e privato, nel
rispetto delle reciproche prerogative''.
Una vita travagliata quella dell'affresco di Mattia Preti:
trent'anni dopo la realizzazione dell'edicola votiva il dipinto
fu danneggiato a causa del terremoto del 1688. Solo alla fine
dell'800 si decise di restaurarlo coprendolo con un composto di
albume d'uovo e siero di latte che di fatto lo rese quasi del
tutto illeggibile. L'ultimo restauro risaliva agli anni Novanta
ma, a distanza di quasi 30 anni, l'affresco si presentava
degradato e annerito per effetto degli agenti atmosferici
inquinanti.
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