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Palazzo d'Avalos, porte aperte 7 aprile

Palazzo d'Avalos, porte aperte 7 aprile

Ingresso gratuito ai Musei Civici, fra archeologia e tradizione

VASTO (CHIETI), 03 aprile 2019, 16:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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VASTO (CHIETI) - Reperti archeologici dall'età del ferro al periodo frentano, dal IX al III sec a.C., bronzetti votivi dei santuari locali, in un allestimento che risale al 1998, ma anche arte contemporanea con le opere di quattro artisti italiani - Bonichi, Carmassi, De Stefano, Falconi - e quattro spagnoli - Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas - che pur nella loro diversità testimoniano l'appartenenza a uno stesso ambito geografico e culturale. E' solo una parte di quello che si può scoprire nei Musei civici di Palazzo d'Avalos, a Vasto, che domenica 7 aprile saranno aperti gratuitamente dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Dopo il successo della settimana dei musei, l'assessorato alla Cultura del Comune di Vasto, come altre strutture che aderiscono all'iniziativa "Io vado al museo", ha deciso di garantire una serie di aperture gratuite per favorire la fruizione delle collezioni museali. Si comincia quindi con la prima domenica di aprile e di maggio per riprendere, dopo la pausa estiva, a ottobre. Domenica 7 aprile alle 11 è in programma anche un itinerario per famiglie con l'ausilio degli "amici dei Palizzi", 'animali' presenti negli spazi museali, una formula ideata per coinvolgere i più piccoli.
    Il Palazzo d'Avalos, sorto nella seconda metà del Cinquecento su preesistenze romane e altomedievali, ha inglobato i resti dell'edificio quattrocentesco costruito dai Caldora e devastato durante l'incursione delle armate turche nel 1566. Durante i tre secoli di signoria dei d'Avalos, da fine Quattrocento all'occupazione francese del 1799, il palazzo assunse l'aspetto di una reggia, sede di una vera e propria piccola corte locale.
    Dopo l'abbandono da parte dei d'Avalos, gli ambienti furono frazionati per ricavarne appartamenti e botteghe. Nel 1974 il Comune, conclusa l'acquisizione della quota d'Avalos, ha fatto partire i lavori di restauro del complesso. All'interno, dunque, quattro musei: il Museo Archeologico, che documenta la storia della città e del territorio; la Pinacoteca, con le opere della famiglia di pittori di Filippo Palizzi, partecipe delle principali correnti artistiche dell'Ottocento; "Mediterranea", collezione di Arte Contemporanea con opere di artisti italiani e spagnoli; il Museo del Costume Antico, con una raccolta di dipinti raffiguranti abiti tradizionali e una collezione di abiti abruzzesi degli inizi dell'800 e dei primi del '900. Da visitare anche lo spettacolare giardino napoletano, affacciato sul mare, riportato all'antico splendore da un restauro che gli ha restituito l'originale impianto tardo settecentesco: a forma di croce con pergolato su colonne, è una soluzione molto frequente nei chiostri e nei giardini napoletani dell'età barocca. Al centro si trova un pozzo fra quattro sedili ricoperti in maioliche. In origine esisteva anche un ninfeo, coperto a volta, con due piccole nicchie laterali rivestite in conchiglie. Lo spazio del giardino prosegue nel giardinetto, terrazza panoramica rivolta verso il mare.
   

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