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I borghi più belli tra le montagne d’Abruzzo

I borghi più belli tra le montagne d’Abruzzo

Alla scoperta dei piccoli centri delle province di Pescara e L’Aquila, tra antiche mura e tradizioni millenarie

Pacentro (L'Aquila), 19 settembre 2016, 15:31

di Ida Bini

ANSACheck

Abruzzo Scanno, presepe in pietra nellAlta Valle del Sagitta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Abruzzo Scanno, presepe in pietra nellAlta Valle del Sagitta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Abruzzo Scanno, presepe in pietra nellAlta Valle del Sagitta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pacentro, Abbateggio, Scanno, Caramanico terme, Santo Stefano di Sessanio, Navelli e Castel del Monte: appartengono al circuito dei “Borghi più belli d’Italia” e sono solo alcuni dei piccoli centri che impreziosiscono il territorio montuoso d’Abruzzo. Alcuni sono stati colpiti dal sisma del 2009, che ha danneggiato edifici e torri ma non ha scalfito il loro fascino e il valore storico. I borghi ci insegnano, piuttosto, quanto sia importante impegnare ogni forza per valorizzare e salvaguardare il nostro territorio e la bellezza artistica e culturale dei suoi antichi centri. 

Alcuni di questi borghi sono noti; altri, invece, sono piccoli villaggi in pietra da scoprire a piedi, lentamente, tra case e stradine sorrette da archi in pietra dove il tempo sembra essersi fermato.

Pacentro (L’Aquila)
Dominato da un imponente castello, costruito nel secolo X a difesa dalle scorrerie di Saraceni e Normanni e in seguito adornato con alti torri cilindriche, il borgo di Pacentro è affacciato sulla valle Peligna, a ridosso delle montagne della Maiella. Ogni anno le suggestive torri del castello Cantelmo e il seicentesco palazzo Tonno fanno da sfondo ai Caldoreschi, una rievocazione storica sulle gesta medievali dei principi Caldora che dominarono il borgo. Nel centro meritano una visita la Chiesa Madre, con un’imponente facciata davanti a una fontana monumentale, e la Preta tonna, nota come la “pietra dello scandalo”. In realtà era una grossa pietra incavata, usata come antica unità di misura del grano, ma era anche il luogo dove i debitori insolventi erano obbligati a stare seduti nudi davanti ai passanti, come pubblica umiliazione. Interessanti sono anche i Canaje, l’antico lavatoio pubblico, costruito con lastroni di pietra, e le pitture rupestri della grotta di Colle Nusca, poco fuori l’abitato. Prima di lasciare Pacentro è bene girare tra le botteghe che espongono gli oggetti artigianali che appartengono a una tradizione millenaria: la lavorazione della pietra bianca della Maiella e le statuine del presepe in terracotta. Sono gli stessi oggetti artistici che si trovano anche nelle decorazioni di chiese, palazzi e facciate.

Abbateggio (Pescara)
Caratterizzato da piccole case rurali in pietra candida, una addossata all’altra, il borgo pescarese sorge all’interno del parco nazionale della Maiella. Lungo le strade strette e tortuose del centro storico si affacciano le abitazioni in pietra aggrappate allo sperone di roccia che domina la Valle del Fosso; le ripide scalinate lasciano spazio a scorci mozzafiato sul paesaggio aspro e selvaggio che circonda l’abitato. Il borgo è famoso soprattutto per la coltivazione del farro, antico cereale che regala ottime ricette gastronomiche e una grande festa ad agosto. Nel borgo merita una visita la chiesa di san Lorenzo Martire, con una sola navata barocca, la facciata rinascimentale e un portale in stile quattrocentesco. Al campanile quadrangolare si accede da un’artistica gradinata a chiocciola, costruita in pietra locale. Camminando verso il colle roccioso di fronte al borgo, con vista sul Gran Sasso e sul mare Adriatico, è possibile ammirare il santuario della Madonna dell’Elcina, eretta sul luogo in cui tra XV e XVI secolo si tramandano alcune apparizioni mariane. A 5 chilometri dal borgo, invece, merita una visita il sito archeologico di valle Giumentina con testimonianze del Paleolitico inferiore e medio e un gruppo di capanne a tholos, strutture in pietra a secco costruite da pastori e contadini come ripari, la cui forma ricorda quella dei trulli pugliesi e dei nuraghi sardi.

Scanno (L’Aquila)
Da lontano sembra un presepe adagiato su uno sperone del monte Carapale, nell’Alta Valle del Sagittario. Il borgo è caratterizzato da case addossate tra loro, raggiungibili con ripide scalinate esterne che hanno in comune dei pianerottoli, qui chiamate cimmause. Il centro storico è pieno di laboratori orafi e di residenze nobiliari riccamente decorate, come il settecentesco palazzo Mosca che riporta sui cornicioni putti e ornamenti artistici. Tutto l’arredo urbano in pietra è decorato: portali, colonne, archi, cornicioni, trifore e balconi riportano ornamenti creati da artigiani locali, che hanno saputo mantenere viva la tradizione artistica fino a oggi. La bellezza del borgo si scopre addentrandosi senza meta nei suoi vicoli, cercando proprio quei dettagli architettonici che spuntano all’improvviso. Oltre alle decorazioni in pietra, il borgo è famoso per i costumi tradizionali, prodotti artigianalmente.

Caramanico Terme (Pescara)
Sorge nel cuore del parco nazionale della Maiella, ai piedi della riserva naturale della valle dell’Orfento, una delle più belle e incontaminate dell’Appennino, ricca di corsi d’acqua e cascatelle, tra boschi e pareti rocciose. Famosa dal 1576 per le sue acque termali, il borgo visse un periodo fortunato nel XV secolo durante il Regno di Napoli grazie al commercio della seta. Nel cuore del borgo dalla struttura medievale merita una visita la abbazia di santa Maria Maggiore con un magnifico portale gotico del 1452, un altare tardo cinquecentesco in pietra della Maiella e un crocefisso in legno dove il volto del Cristo è raffigurato in modo diverso - sofferente, agonizzante e morto - a seconda della prospettiva in cui lo si guarda. Non lontano sorgono due palazzi settecenteschi ricchi di stemmi araldici e la chiesa di san Tommaso d’Aquino con un portale romanico molto suggestivo, oggi usata come auditorium. Poco fuori dall’abitato, in località san Tommaso, c’è l’abbazia romanica di san Tommaso Becket che, nonostante i crolli per i terremoti, conserva opere artistiche interessanti.

Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila)
Il terremoto del 2009 ha danneggiato la torre trecentesca, ma l’atmosfera suggestiva e raffinata che si vive nel borgo mediceo abruzzese è ancora intatta: l’architettura presenta elementi rinascimentali di gusto toscano con loggiati, portali ad arco, finestre decorate e bifore che ornano i palazzi in pietra calcarea bianca, affacciati sulle stradine tortuose. Il borgo è di fatto considerato tra i più belli d’Abruzzo per il valore di integrazione ambientale e per il decoro architettonico; le strade che lo attraversano, da percorrere solo a piedi, sono molto varie: dall’erta scalinata che costeggia la chiesa di Maria in Ruvo ai tortuosi lastricati che si insinuano tra le case e conducono alla torre del Trecento. Da qui e dalla quattrocentesca Casa del capitano la vista sulle valli del Tirino e dell’Aterno, verso il Gran Sasso, è mozzafiato. Infine, va ricordato che il borgo è famoso per la sua produzione di lenticchie biologiche, che appartengono a una qualità rara e antica che viene coltivata solo nei terreni aridi di alta montagna.

Navelli (L’Aquila)
E’ conosciuto in tutto il mondo per la produzione di zafferano che da sempre attira visitatori per la raccolta, nei mesi di ottobre e di novembre, dei piccoli fiori viola che producono il prezioso oro rosso. Navelli è anche un borgo delizioso, all’incrocio del parco nazionale del Gran Sasso e quello regionale del Velino: il cuore dell’abitato è fatto di mille finestre che guardano a valle e da viuzze strette su cui si affacciano residenze signorili, chiese, botteghe e imponenti archi di pietra che uniscono le case. Meritano una visita palazzo Santucci, edificio baronale in pietra, riccamente arredato, e nei dintorni eremi e chiesette, alcune delle quali molto antiche.

 

Castel del Monte (L’Aquila)

L’imponente torre del campanile di Castel del Monte svetta sulle casette addossate del borgo, carico di stradine, balconi, archi, vignali – scalinate esterne - e le gallerie che si affacciano sulle vette del Gran Sasso e la valle del Tirino. Il borgo era un unico blocco compatto di case che, per motivi difensivi e per la pendenza del terreno, erano costruite come torri, saldate tra loro dagli archi in pietra. Interessanti da visitare sono la chiesa seicentesca di san Rocco con una facciata rettangolare e, fuori dall’abitato, la Madonna del Suffragio del XV secolo con decorazioni barocche in stucco; all’interno si ammirano un altare in legno scolpito, alto 12 metri, e l’organo dorato del 1508. Poco fuori dal borgo è bene visitare la zona archeologica di Colle San Marco, con i resti di un insediamento risalente all’anno Mille.

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