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Londra in crisi, addio alla City Hall di Norman Foster

Londra in crisi, addio alla City Hall di Norman Foster

Sindaco Khan annuncia trasloco Comune in East End per risparmiare

LONDRA, 03 novembre 2020, 17:34

di Alessandro Logroscino

ANSACheck

Un 'immagine della City Hall di Londra firmata da Norman Foster - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'immagine della City Hall di Londra firmata da Norman Foster - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'immagine della City Hall di Londra firmata da Norman Foster - RIPRODUZIONE RISERVATA

LONDRA - Le casse del Comune di Londra, per anni macchina da soldi dell'economia britannica, fanno acqua e il sindaco laburista Sadiq Khan sceglie la strada di una decisione shock per risparmiare: trasferire il quartier generale del Municipio dall'iconico edificio pendente a forma di vela gonfiata di sir Norman Foster, simbolo di modernità in vetro e acciaio commissionato vicino alla centralissima Tower Bridge all'archistar appena 20 anni orsono in riva al Tamigi, verso una zona più periferica della tentacolare capitale del Regno.

Il trasloco, formalizzato il 3 novembre, verrà realizzato per la fine del 2021, ha precisato il primo cittadino. E la nuova City Hall troverà asilo in un'altra struttura futuristica, lo spigoloso Crystal, nato nel 2012 come sede londinese della Siemens, abbandonando per la prima volta il tradizionale West End in favore dell'emergente - e un tempo marginale - East End. La decisione finale, dopo le consultazioni svolte in estate, è stata comunicata in queste ore agli oltre 1000 impiegati che si dovranno spostare di qui a 12 mesi circa nel nuovo luogo di lavoro, in quella che fu l'area portuale dei Royal Docks di Newham.

Secondo un portavoce di Khan, il risparmio per il Comune e i contribuenti ammonterà a 60 milioni di sterline nei prossimi 5 anni, tenuto conto che l'edificio di Foster - inaugurato nel 2002 in epoca ancora blairiana come (costoso) sfoggio di creatività degno della retorica della cosiddetta Cool Britannia - è di proprietà di un fondo del Kuwait a cui il Municipio versa attualmente un canone annuale di 11 milioni di sterline in base a un contratto in scadenza proprio l'anno prossimo. Denaro del quale c'è assoluto bisogno per fronteggiare lo spettro di una crisi che i contraccolpi dell'emergenza coronavirus stanno inevitabilmente aggravando, tanto più in vista delle elezioni per il rinnovo della carica del sindaco alle quali Sadiq Khan - il figlio d'immigrati pachistani eletto nel 2015 - andrà incontro nello stesso 2021, dopo il rinvio di un anno del voto causa Covid. Una partita aperta per un amministratore impegnato a fare da contraltare anche nazionale del governo guidato dal suo predecessore Boris Johnson, sullo sfondo di scambi di accuse al vetriolo sulla gestione della pandemia che il primo cittadino contesta apertamente al premier. Salvo venire a sua volta chiamato in causa dai conservatori per i buchi di bilancio apertisi durante il suo mandato in settori chiave sul fronte dell'emergenza sanitaria, come ad esempio il trasporto pubblico della Tfl.

Di qui la replica polemica immediata al suo annuncio odierno della capogruppo Tory all'Assemblea comunale della Grande Londra, Susan Hall, che bolla il trasloco come frettoloso e "sbagliato". Una scelta d'immagine più che di sostanza, a suo dire, destinata a produrre inizialmente costi aggiuntivi: a dispetto del fatto che il fondo kuwaitiano avesse offerto nei mesi passati "uno sconto" sull'affitto.

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