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Fiere dell'arte a New York con tanta Italia

Fiere dell'arte a New York con tanta Italia

Fontana e Melotti in Consolato e all'Istituto di Cultura

NEW YORK, 04 marzo 2019, 16:01

di Alessandra Baldini

ANSACheck

Lucio Fontana al Met - 10. Spatial Concept, New York 10. 1962 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lucio Fontana al Met - 10. Spatial Concept, New York 10. 1962 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lucio Fontana al Met - 10. Spatial Concept, New York 10. 1962 - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - In Consolato le ceramiche poetiche di Fausto Melotti della Collezione Olnick Spanu: luminescenti sculture entrate amorfe nel forno e uscite come vasi che evocano la natura, fiori, conchiglie, uccelli. Alla porta accanto, sui due piani dell'Istituto di Cultura, le "esplorazioni spaziali" di artisti come Lucio Fontana provenienti dalle vaste collezioni di Banca Intesa Sanpaolo: "L'Italia non è una superpotenza militare, ma la superpotenza del soft power, della cultura come portatrice di pace", ha detto il Console Generale d'Italia a New York, Francesco Genuardi, inaugurando le due mostre gemelle dedicate all'arte italiana del secondo dopoguerra.

    Le due rassegne coincidono con le giornate in cui a New York il mondo dell'arte contemporanea entra in fibrillazione: all'Armory, a due isolati dal Consolato, una fetta di Italia è in primo piano con il grande ritorno a base di piccoli Roy Lichtenstein della galleria fondata dal leggendario Leo Castelli. C'è anche un padiglione interamente riservato da Houser and Wirth alla recentissima installazione "Ether en Flocons" del modenese Roberto Cuoghi sul tema della metamorfosi: 10 uccelli in agar agar e gelatina di maiale lasciati esposti agli elementi, liofilizzati per un mese e infine consolidati in una macchina sotto vuoto. La galleria, una delle più importanti sulla scena internazionale, ha annunciato in coincidenza con l'Armory che Cuoghi, unico italiano vivente, sarà tra gli artisti rappresentati. A far da perno c'è il Met Breuer con Lucio Fontana: due capolavori della mostra allestita nel museo satellite del Metropolitan sull'artista dei "tagli" vengono da Intesa Sanpaolo che al Consolato di New York ne ha portati altri quattro, più un'altra ventina di opere di grossi nomi degli anni Cinquanta e Sessanta come Pietro Manzoni e Enrico Castellani: filo conduttore, il rapporto tra spazio e pittura. "L'arte è uno dei settori in cui siamo più attivi", ha detto il CFO Stefano Del Punta ricordando il tradizionale ruolo di sostegno all'arte e alla cultura esercitato dalle banche fin dal Rinascimento.

    Per Magazzino Italian Art Foundation, il museo di Cold Springs sull'Hudson co-fondato dai collezionisti e mecenati Giorgio Spanu e Nancy Olnick e ormai meta d'obbligo del turismo culturale fuori da Manhattan, l'inaugurazione della mostra su Melotti è stato un momento speciale, ha detto il direttore Vittorio Calabrese: "La prima collaborazione a New York con le istituzioni italiane e le grandi fiere dell'arte". Melotti, che considerava l'astrazione in stretto rapporto con musica e architettura, aveva sperimentato con la ceramica fin dall'inizio della sua carriera subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, considerandola "un materiale artistico come marmo e bronzo, semmai ancora più interessante per il mistero da cui è nato". 
   

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