(ANSA) - ROMA, 25 AGO - Passato Ferragosto, l'estate scivola
verso la sua parte finale ed è già tempo di fare qualche
bilancio. L'Associazione Ospitalità Religiosa ha sondato l'umore
di oltre tremila gestori delle case religiose e no-profit che in
Italia si dedicano all'ospitalità, compresa quella estiva per i
vacanzieri.
Un primo raffronto è stato fatto con l'estate 2020, per
capire se il 2021 vale o no la ripresa. Le presenze
nell'ospitalità religiosa segnano in media un +29%. Tra i
gestori, l'86% ha registrato un incremento, mentre il 14%
lamenta ancora un ulteriore calo anche quest'anno.
L'Associazione ha voluto però fare i conti anche col 2019,
ultimo anno "normale". Rispetto a quella annata, due gestori su
tre dichiarano perdite di presenze, mentre il restante terzo
vive con soddisfazione un rincuorante aumento. Il bilancio
complessivo medio del 2021 rispetto al 2019 si chiuderà comunque
con un saldo negativo del 23%.
"Siamo quindi ben lungi dal lasciarci la crisi alle spalle,
soprattutto sul fronte delle attività benefiche che vivono
proprio con questi introiti", commenta Fabio Rocchi, presidente
dell'Associazione Ospitalità Religiosa Italiana. Ma come
guardano a questi dati le tante comunità religiose e laiche
no-profit dedicate all'ospitalità? Pur considerando la "tara"
dell'emergenza sanitaria, la maggior parte ritiene l'andamento
della stagione estiva 2021 accettabile (49%), se non addirittura
ottimo (20%) o eccellente (4%). Non manca però chi esprime
invece una valutazione insufficiente (22%) o addirittura
deludente (5%).
E le prospettive? Il 47% dei gestori manifesta fiducia nel
futuro e continuerà nella missione dell'ospitalità. Dello stesso
parere anche un altro 45%, che però ritiene di dover rivedere
alcuni aspetti organizzativi per far funzionare al meglio
l'accoglienza. L'8%, invece, ha deciso di spostare ogni
valutazione a fine stagione per decidere se proseguire
nell'ospitalità.
"Va ricordato - sottolinea ancora Rocchi - che nel primo anno
della crisi sanitaria già centinaia di strutture avevano chiuso
definitivamente i battenti". (ANSA).
