E' un dialogo inedito, denso di storia italica e di identità nazionale 'Invito a Pompei', la mostra che da domani al 29 agosto espone a Torino, nella Sala del Senato di Palazzo Madava in cui è stata fatta l'Italia, 120 opere provenienti dalle rovine dell'antica città sepolta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. Si tratta di arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e decorazioni che, ancora una volta, stupiscono per bellezza, eleganza senza tempo e attualità. Come uno scalda vivande in pietra per mantenere caldi i cibi, dei bicchieri in vetro, in terracotta e in argento, usati a secondo delle possibilità economiche della famiglia e dell'importanza degli invitati, di fattura straordinaria e simili a quelli in uso oggi, pettini e gioielli in oro. "La mostra è unica nel suo genere e logisticamente complessa - osserva il sindaco di Torino Stefano Lo Russo - che trasporta l'atmosfera di una delle città storiche più note al mondo, Pompei, in un'altra città, Torino, così legata alla cultura architettonica romana. Un grande evento che riapre l'era delle grandi mostre e segna la linea del nostro agire futuro che vede nella cultura uno degli assi principali, come abbiamo sottolineato al premier Draghi due giorni fa". Il percorso si snoda attraverso gli ambienti delle case più lussuose della Pompei del I secolo d. C. Apre la mostra la Domus romana, affiancata dal bel plastico di fine '800 della Casa del Poeta Tragico, una di quelle che più hanno stimolato l'immaginario di viaggiatori e artisti del Grande Tour, e protagonista del romanzo 'Gli ultimi giorni di Pompei' di Eward Bulwer-Lytton a cui si ispira l'opera di Federico Maldarelli 'Ione e Nadia', custodita alla Gam di Torino, che chiude la mostra. Parla di una "mostra evocativa e identitaria della cultura del nostro paese, realizzata grazie al ministro Franceschini e al direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel", il direttore di Palazzo Madama, Giovanni C.F. Villa. "Quasi due millenni or sono giungeva ad Augusta Taurinorum la notizia dell'eruzione del Vesuvio - aggiunge -. E delle lettere di Plinio il Giovane a Tacito si discusse forse anche nella Porta Decumana di un Palazzo Madama, che tanta memoria conserva della formidabile stagione artistica riscoperta in epoca illuminista con gli scavi di Pompei. Per noi questa mostra è una grande occasione di scambio culturale - conclude - e anche un invito a venire a visitare Pompei".
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