Quasi duecento opere, tra cui spiccano alcuni capolavori assoluti dell'artista, raccontano Umberto Boccioni 'Prima del Futurismo' in una mostra alla Fondazione Magnani-Rocca, a Mamiano di Traversetolo (Parma), dal 9 settembre al 10 dicembre. L'esposizione si sofferma sulla figura del giovane Boccioni e sugli anni della formazione, affrontando i diversi momenti della sua attività, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, sino agli esiti pittorici immediatamente precedenti l'elaborazione del Manifesto dei pittori futuristi nella primavera del 1910. Un decennio cruciale in cui Boccioni sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle nascenti avanguardie.
La mostra vuole non solo documentare il carattere eterogeneo della produzione boccioniana, ma soprattutto ricostruire i contesti artistici e culturali nei quali l'artista operava. Viene così fatta luce sulle vicende artistiche tra il 1902 e il 1910, offrendo un panorama più ampio su un periodo fondamentale per l'attività di Boccioni che permette di porre in prospettiva lo svolgersi della sua ricerca. La mostra è suddivisa in tre sezioni geografiche legate alle città che hanno rappresentato punti di riferimento formativi per l'artista: Roma, Venezia e Milano. Ad illustrare questo percorso sono esposte alcune delle opere a olio su tela più note della prima produzione, come Campagna romana, Ritratto della sorella, Ritratto della signora Virginia, Ritratto del dottor Achille Tian, La madre, Autoritratto, Il romanzo della cucitrice, Controluce, Ritratto di gentiluomo, Contadino al lavoro, Ritratto di Fiammetta Sarfatti, oltre a tempere, incisioni, disegni. L'accostamento di volta in volta alle opere di artisti come Giovanni Segantini, Giacomo Balla, Gino Severini, Roberto Basilici, Gaetano Previati, Mario Sironi, Carlo Carrà, Giovanni Sottocornola, spiega e illustra le ascendenze e i rapporti visuali e culturali che costruirono e definirono la personalità artistica di Boccioni. L'evento parmigiano - curato da Virginia Baradel, Niccolò D'Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi - è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Magnani-Rocca con celebri musei come il Mart di Rovereto, la Pinacoteca di Brera (Milano), la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro (Venezia), le Civiche Raccolte del Castello Sforzesco (Milano) e altre importanti collezioni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA