(di Ludovico Mori)
Dalle montagne arcobaleno al
'Treno per le nuvole' il
"Norte Argentino" resta un tesoro nascosto, ma non ancora per
molto. "Già oggi è la destinazione nazionale più ricercata ed ha
un enorme potenziale di crescita", spiega il ministro del
Turismo, Matias Lammens, che alla fiera internazionale del
settore (Fit), a Buenos Aires, ha annunciato lo sviluppo
dell'accoglienza delle province settentrionali (Salta, Jujuy,
Catamarca, Tucuman, Santiago del Estero e La Rioja).
Per farlo, l'esecutivo ha messo in campo programmi di
finanziamento per le infrastrutture e per la creazione delle
cosiddette "Rutas Naturales" (Rotte della natura). Una
promozione accompagnata anche dal rafforzamento dei collegamenti
aerei interni tra Buenos Aires e le capitali provinciali con la
compagnia di bandiera Aerolineas Argentinas e le low cost Fly
Bondi e Jet Smart.
Itinerari che non possono prescindere da Salta 'la linda', la
bella. La più grande città del Nord del Paese, che col suo
centro storico in stile coloniale ha tutte le caratteristiche di
un gioiello. Dalla Basilica al Pantheon delle Glorie del Nord,
il luogo dove riposano personalità storiche, la città nasconde
angoli imperdibili, fino alla cima della collina di San
Bernardo.
Ma la visita di Salta non può dirsi completa senza un
assaggio dei suoi sapori tipici, con le empanadas piccanti, i
tamales (involtini preparati con un impasto a base di mais e
ripieno), la humita (una zuppa di mais), il locro (un minestrone
di carne e verdure), la carne di lama, o ancora il formaggio col
chayote (una varietà di zucchino spinoso). Pietanze spesso cotte
in forni d'argilla, per un sapore ancora più intenso, con
ricette in larga parte risalenti all'epoca coloniale.
Salta, a 1200 metri d'altitudine, in prossimità degli
altopiani andini, è anche il punto di partenza per esplorare la
regione, che a San Antonio de los Cobres riserva l'esperienza
unica del 'Tren a las nubes', il Treno per le nuvole. Una linea
ferroviaria costruita oltre 60 anni fa, per portare cibo e
materiali alle miniere del deserto cileno di Atacama, e che per
200 km attraversa i paesaggi più magici del territorio. E nel
suo punto più alto oggi raggiunge i 4.200 metri sul livello del
mare, sul viadotto La Polvorilla, un ponte metallico, sospeso
nel cielo.
Ma le emozioni continuano con l'Hornocal, la montagna dei
Sette Colori, nella Quebrada di Purmamarca. Uno scenario degno
dei dipinti di Salvador Dalì, per l'intensa gamma cromatica
dovuta alla storia geologica e alla ricchezza dei minerali, che
ha visto la sedimentazione in sequenza di depositi marini e
fluviali, fino a undici strati. Sfumature che cambiano col
mutare della luce.
Il viaggio riprende col paesaggio lunare di Salinas Grandes,
il terzo deserto di sale più esteso del pianeta, per
sperimentare il fascino di camminare su una superficie
cristallizzata perdendosi nel silenzio.
E ancora, ad una ventina di chilometri, a Tilcara, non può
mancare una visita al sito archeologico pre-Inca, fortezza che
domina la cittadina dall'alto.
E' la provincia di Jujuy, l'ultima del nord dell'Argentina,
al confine con Bolivia e Cile, dove le strade collegano
Purmamarca a San Pedro de Atacama. Qui lo chef Walter Leal, uno
dei fondatori del movimento della Cucina Andina, riunisce a
Maimará il suo laboratorio di ricerca per documentare la varietà
dell'offerta gastronomica. Tra i piatti tipici si ricordano il
Calapurca (zuppa con peperoncino macinato e brodo di manzo), la
Zuppa Majada (zuppa con carne disidratata) la Tistincha (stufato
di agnello o lama).
E non mancano neppure i vini autoctoni, con la Quebrada de
Humahuaca pioniera nella realizzazione di diversi vigneti in
alta quota.
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