(di Rodolfo Calò)
La tappa berlinese della "finora
più grande retrospettiva" mai allestita sul gruppo artistico
canadese "General Idea", cui contribuisce in maniera
spettacolare una collezione mantovana, viene inaugurata stasera
al Gropius Bau di Berlino.
Lo segnala il sito dell'edificio che ospita mostre d'arte, di
fotografia e di architettura sottolineando che "il gruppo di
artisti General Idea ha sfidato il mondo dell'arte, ma anche la
società in generale, e con il loro lavoro rivoluzionario, che
abbraccia 25 anni, continua a esercitare un'influenza duratura
fino ad oggi". "L'esposizione presenta oltre 200 opere"
realizzate "dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni
Novanta", viene aggiunto.
Fra le opere più importanti della mostra che rimarrà aperta
fino al 14 gennaio c'é la vasta "Fin De Siècle", che occupa
tutto l'Atrium: centinaia di fogli di polistirolo bianco - come
a formare un ambiente glaciale - e fra essi tre candide foche,
prestata dalla "Graci Collection" di Mantova. Si tratta di
un'opera dai molteplici significati e che era considerata dai
componenti dei "General Idea" (Felix Partz, Jorge Zontal and AA
Bronson) "un autoritratto, che evidenzia lo stato di disagio
sofferto in quel tragico periodo" in cui tra l'altro due degli
artisti morirono per Aids, ha ricordato all'ANSA una fonte
informata sull'organizzazione della mostra.
Circa il prestito mantovano, che domina visivamente
nell'esposizione, la fonte ha sottolineato che "il proprietario
di un'opera così spettacolare considera un dovere proprio del
collezionista prestare le opere ai musei ed alle istituzioni per
l'organizzazione di mostre visitabili da tutti, soprattutto
quando i messaggi, che gli artisti vogliono comunicare tramite i
propri lavori, sono così forti".
La mostra itinerante, curata da Beatrix Ruf, è partita dalla
Galleria Nazionale del Canada ed è passata dallo Stedelijk
Museum di Amsterdam. Bronson, l'unico superstite, residente a
Berlino dal 2013, in una recente intervista ha evidenziato il
forte legame del gruppo con la metropoliti tedesca e il suo
"leggendario sostrato gay e anarchico": vi esposero già nel
1983, poi nel 1988/'89 (con una mostra sull'Aids in una stazione
fantasma della metro di superficie della città, un tempo divisa
dal Muro), divenendo famosi per aver modificato il "Love" di
Robert Indiana in "Aids".
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