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Roma antica e la Cina degli Han, 400 anni di arte a Changsha

Roma antica e la Cina degli Han, 400 anni di arte a Changsha

'She walks in beauty', la mostra itinerante che unisce i 2 Paesi

CHANGSHA, 15 giugno 2024, 13:34

Redazione ANSA

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'She Walks in Beauty, Women of the Han Dinasty and Roman Empire' è il titolo della mostra che la città cinese di Changsha, nella Provincia meridionale dello Hunan, ospita fino a ottobre per celebrare i 50 anni dal ritrovamento delle tombe di Mawangdui e della mummia della marchesa Dai (II sec. a.C.).
    L'esposizione, organizzata in collaborazione con Arteficio e il supporto dell'ambasciata d'Italia e dell'Istituto Italiano di Cultura a Pechino, è a cura di Claudio Parisi Presicce che ha riunito capolavori delle collezioni dei Musei Civici di Roma Capitale a oltre cento opere provenienti da sette musei cinesi, per raccontare la storia della Roma antica e quella della coeva dinastia cinese Han (220 a.C.- 200 d.C.).
    Protagoniste del percorso espositivo sono le donne, come suggerisce il titolo della mostra tratto da una poesia di lord Byron. Apre l'esposizione la statua di una matrona romana velata di epoca imperiale proveniente dal museo capitolino della Centrale Montemartini; l'opera introduce i temi del matrimonio, dello spazio domestico, dell'ideale femminile, della sfera funeraria e devozionale. Nelle tre sezioni della mostra, Roma e Han dialogano attraverso reperti come il Sarcofago delle Amazzoni dei Musei Capitolini, con la scena di battaglia tra i Greci e le mitiche donne guerriere, e il grande stendardo funerario a T di seta, posto sul coperchio del sarcofago più interno di Mawangdui, raffigurante il viaggio nell'aldilà. Steli funerarie e busti di donne romane, giovani e anziane, con diverse acconciature ed espressioni arricchiscono il racconto.
    Un'imponente statua di Livia è occasione per ricordare la storia di una delle donne più importanti di Roma, la cui vita fu così simile e diversa allo stesso tempo dalle consorti di imperatori cinesi.
    In mostra anche numerosi degli oltre tremila reperti delle tombe di Mawangdui, ritrovate casualmente agli inizi degli anni Settanta, e risalenti alla dinastia Han, tra cui lacche e sete perfettamente conservate e listelli di bambù con testi di medicina tradizionale, filosofia e astrologia.
    Da ottobre l'esposizione proseguirà con altre tappe nelle città di Chengdu, Shenzhen e Shenyang.
   

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