Protagonista della 53esima
edizione di Forme nel verde in Val d'Orcia è l'artista Stefania
Vichi, scelta da Carlo Pizzichini, curatore e direttore
artistico della mostra, per caratterizzare con le sue 20 opere
inedite, tra sculture, video e installazioni, il percorso
espositivo di quest'anno. La mostra Comfort Zone, aperta dal 20
luglio al 4 novembre, attraversa le vie e le piazze del centro
storico di San Quirico, nel suggestivo paesaggio della Val
d'Orcia, e si sviluppa nel palcoscenico naturale degli Horti
Leonini, nelle sale di Palazzo Chigi e di fronte alla Collegiata
romanica della città. Nella mostra l'artista Stefania Vichi
progetta spazi da respirare e attua una pratica scultorea che sa
stupire e catturare lo sguardo e il pensiero dentro e fuori
dalla materia. Negli Horti Leonini sono installati i monoliti di
Lex Italica, un nucleo di sculture che caratterizza l'estetica
dell'artista e la sua puntualizzazione cromatica. Qui Vichi
costruisce un recinto scultoreo, l'opera site-specific Comfort
zone, che misura tre metri per lato e consente di entrare in un
giardino illusorio.
L'opera manifesta il concetto di ingresso e uscita dalla
comfort zone che è il tema della mostra: l'artista indaga il
rapporto tra l'uomo e le sue abitudini e, in particolare, con
quei mutamenti psicologici - la comfort zone - che spesso sono
in netto contrasto con i veri desideri o ambizioni. Quattro sono
i livelli di crescita e di apprendimento per l'artista: comfort
zone, fear zone, learning zone e growth zone. L'opera
concettuale 'You are the key - Tu hai la chiave', installata
davanti a Palazzo Chigi, spiega tutto il percorso: in una gabbia
l'artista invita a lasciare le paure e a uscire con la propria
chiave per esplorare nuovi sentieri di conoscenza e procedere
nel proprio cammino di vita. Un invito che vale anche per
l'artista, che sperimenta, crea nuove forme e nuove visioni,
giocose e irriverenti. Alla Chiesa della Vitaleta è installata
Hard Climb, una scala in ferro di oltre cinque metri composta da
improbabili scalini in acciaio che riflettono la facciata della
Cappellina. Una salita difficile, un passaggio aperto nella
paura che conduce alla visione dello spazio circolare creato
dall'artista.
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