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Osvaldo Peruzzi, splendore geometrico dell' ultimo futurista

Osvaldo Peruzzi, splendore geometrico dell' ultimo futurista

Alla Galleria d'Arte Moderna di Roma in mostra dipinti e disegni

ROMA, 26 ottobre 2023, 13:41

Redazione ANSA

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(di Luciano Fioramonti) Un pittore con la tavolozza che guarda il mondo attraverso il filo spinato. E' intitolato Incubo o Autoritratto l' olio su cartone dipinto nel 1944 da Osvaldo Peruzzi che nella doppia chiave di lettura esprime lo stato d' animo dell' autore per la sua condizione di recluso nel carcere del Missouri dove dopo l' arresto ad Hammamet nel 1943 scontò la detenzione da prigioniero di guerra fino al 1945. Il quadro occupa un posto particolare tra le opere scelte da Massimo Duranti e Andrea Baffoni per la mostra ''Osvaldo Peruzzi.
    Splendore geometrico futurista'' che la Galleria d' Arte Moderna di Roma ha prorogato fino al 19 novembre, anticipazione della esposizione estesa anche alla stagione post futurista in programma nel 2024 alla Fondazione Livorno per ricordare i venti anni dalla morte di uno degli ultimi militanti del movimento di Filippo Tommaso Marinetti. Nella città toscana dove la famiglia si era trasferita da Venezia un' anno dopo la sua nascita nel 1907, Peruzzi si affermò come un personaggio non secondario dell' avanguardia degli anni Trenta e Quaranta. Nella selezione dei circa 30 dipinti realizzati fino al 1944 c' è anche Aeropittura (1934), esposta al Guggenheim di New York nella grande mostra sul Futurismo realizzata nel 2014. ''Un preciso segno distintivo del Futurismo - osservano i curatori - a cavallo fra la prima stagione 'eroica' e gli sviluppi successivi che porta direttamente alla fase dell'idealismo cosmico e ai preludi astratti''. Era stato proprio il fondatore del movimento ad includerlo nel 1933 tra gli artisti dell' omaggio a Umberto Boccioni alla Galleria Pesaro di Milano. Peruzzi si era avvicinato ai futuristi guardando ai lavori di Fillia, Bruno Munari e in modo più specifico a Ettore Prampolini, al quale lo legano parecchie assonanze. I suoi quadri, più che al taglio naturalistico del nuovo modo di guardare il mondo codificato dal manifesto dell' Aeropittura firmato nel 1929 da Giacono Balla, Gerardo Dottori e altri, rimandano ai temi prampoliniani incentrati sulle emozioni interiori, le geometrie e lo spazio, l' universo e l'idealismo cosmico. Peruzzi, a sua volta, aveva indicato nel manifesto ''Plastica dell' essenza individuale'' del 1941 le linee della sua visione futurista sganciata ''da ogni ricerca spasmodica della verosimiglianza, mirando invece all' essenza e allo stato d' animo del soggetto''. Il suo splendore geometrico anche nei lavori dedicati alla musica e al ballo ''vuole liricizzare - osserva Duranti - l' estetica futurista originariamente riferita alla macchina ad altri oggetti-soggetti tramite le geometrie più ardite, policentriche, sovrapposte in piani così da creare ritmi di linee e forme''.
    Non è casuale che la Galleria d' Arte Moderna di Roma offra contestualmente la possibilità di approfondire la produzione pittorica ma soprattutto gratica e di progettazione architettonica dell' artista che fu un suo punto di riferimento nella mostra Laboratorio Prampolini Laboratorio #2 in programma fino al 14 gennaio 2024. Con la morte di Marinetti nel 1944 e la fine ufficiale del movimento, Peruzzi continuò a seguire il suo percorso fedele ai principi della esperienza artistica precedente dedicandosi al paesaggio urbano e marittimo livornese e alla grafica seriale fino alla morte nel 2004, a 97 anni.
    Massimo Duranti, che ha curato in passato molte mostre del pittore, lo ha definito appunto ''l' ultimo futurista''. In una lettera del 1958 anche Benedetta Cappa, la moglie di Marinetti, lo ringraziava per le sue opere apprezzandole appunto come ''un' altra testimonianza del periodo lirico ed eroico futurista''. La mostra di Roma riunisce opere provenienti da collezioni pubbliche e private accanto alla produzione storica ma poco conosciuta messa a disposizione dalla famiglia dell'artista, grazie alle figlie Stella e Cristina, con la collaborazione della Fondazione Primo Conti di Fiesole che possiede l'Archivio Peruzzi donato dall'artista.
   

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