Anche il vino sceglie la via della geo-referenzazione. Se per i vini francesi il terroir è uno storico mantra, anche i vini italiani a denominazione di origine - Doc e Docg - puntano sempre di più sul binomio vino-territorio, raccontando in etichetta le diverse caratteristiche delle aree più vocate. Le MeGA, menzioni geografiche aggiuntive, sono previste dalla legislazione sui vini a denominazione di origine come una possibilità per indicare zone più ristrette all'interno di una denominazione. E per il consumatore e gli enoappassionati sono una novità che verrà, ad esempio, illustrata lunedì a Verona, in occasione di "Appuntamento Soave" con un tour delle Unità Geografiche del Soave. A inizio ottobre, a Bolzano e dintorni, il Consorzio Vini Alto Adige presenta gli Icon Wines, i vini capolavoro, delle sei sottozone della Doc montana, mentre sarà in commercio dal 1 gennaio 2025 con l'annata 2021 il vino Nobile di Montepulciano "Pieve", la nuova tipologia della prima Docg d'Italia. Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio poliziano ha portato alla individuazione di 12 zone che saranno anteposte con la menzione "Pieve" in etichetta.
Questa nuova tipologia debutta con una prima annata che avrà circa 300 mila bottiglie, mentre già per la 2022 sono oltre 700 mila le bottiglie in cantina, pari a circa il 10% della produzione totale di Vino Nobile di Montepulciano. "Sono vini che noi vogliamo proiettati nel futuro, però il fatto di metterli in commercio a 36 mesi di maturazione (un anno dopo rispetto alle altre Uga, ndr) - una linea produttiva che implica il sacrificio di tre anni di ammortamento - significa anche dare al consumatore una bottiglia che è pronta ad essere goduta anche in quel in quel momento" sottolinea Luca Tiberini, vice presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano.
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