Il vino emiliano-romagnolo sempre più
"green". Merito anche di "Vivi Plastic Free", progetto
presentato da Ri.nova, società specializzata nella ricerca
scientifica in ambito agroalimentare di Cesena (Fc), in
collaborazione con l'Università di Modena, Cantine Riunite&Civ
Caviro, Terre Cevico, oltre a diverse aziende agricole nel
territorio regionale, Irecoop, Sabiomaterials e l'Associazione
il Ventaglio di Orav. Un progetto ambizioso che punta a ridurre
la presenza di plastica nel vigneto e in cantina fino al 60%,
sostituendola con nuovi materiali ricavati dagli scarti della
produzione vitivinicola. "Nella filiera vitivinicola la plastica
convenzionale viene utilizzata principalmente per la produzione
di tappi per la chiusura di vini e per la realizzazione di
legacci da utilizzare sulle viti in fase di allevamento,
potatura e nel caso di innesti - spiega Giovanni Nigro,
responsabile di progetto per Ri.Nova -: col progetto "Vivi
Plastic Free" vogliamo più che dimezzare l'utilizzo di questo
materiale, sostituendolo con un biofiller, un nuovo prodotto
sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, creato
dagli scarti della produzione vitivinicola e che può essere
trasformato attraverso un processo replicabile su scala
industriale".
Il progetto è stato ammesso a contributo nell'ambito del Psr
2014-2020 dalla Regione Emilia-Romagna,. Nuova vita per prodotti
di scarto, quindi, nel solco dei principi dell'economia
circolare: "La sostenibilità ambientale ed economica oggi è
cruciale per qualunque settore produttivo e la filiera
vitivinicola non fa eccezione - spiega Nigro -: il comparto sta
affrontando l'aumento dei costi delle materie plastiche che ha
colpito tutti i settori e, fino a oggi, è stato costretto a
gestire i notevoli costi di smaltimento degli scarti di
produzione. Grazie a "Vivi Plastic Free" le aziende potranno
recuperare sottoprodotti di campo e di cantina per valorizzarli
economicamente e, nel contempo, utilizzare materiali
ecocompatibili, biodegradabili e/o compostabili, con un impatto
positivo sull'ambiente e sul pianeta".
I tempi di realizzazione? Molto brevi: "Il progetto - conclude
Nigro - prevede l'applicazione di tecniche e metodologie
innovative già mature dal punto di vista scientifico. Sono
convinto che la loro trasferibilità alle imprese del settore
potrà avvenire in tempi molto rapidi".
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