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Vino: 140 anni 'Pio Cesare', guida passa a Federica Boffa

Vino: 140 anni 'Pio Cesare', guida passa a Federica Boffa

Dopo morte del padre. Barolo speciale in 1881 bottiglie

TORINO, 26 aprile 2021, 17:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La conduzione della storia azienda vitivinicola 'Pio Cesare', 75 ettari di vigneti nel cuore della produzione di Barolo e Barbaresco, dopo l'improvvisa morte di Pio Boffa, avvenuta pochi giorni fa, passa alla figlia Federica Rosy, 23 anni, e al nipote Cesare. Proprio quest'anno l'azienda giunge al traguardo dei 140 anni di attività e li celebra con etichette speciali e due vini da collezione, in tiratura limitata, che usciranno a giugno.

"Le etichette, disegnate dal fondatore, che da sempre riportano con orgoglio lo stemma della città di Alba, sono immutabili ma a partire da quest'anno in calce avranno i nomi 'Barolo Pio' e 'Barbaresco Pio', appellativi con i quali questi vini sono stati chiamati fin dagli anni '60 - spiega Federica Rosy Boffa - per sottolineare gli estremi dell'anniversario, la doppia cifra 1881-2021 verrà riportata sull'etichetta del Barolo Pio e sulle capsule di tutti i nostri vini".

I vini da collezione sono il nuovo Barolo del Comune di Serralunga d'Alba, annata 2017, e il Barolo Riserva 2000.

"Abbiamo deciso di riconoscere un tributo al nostro storico attaccamento al terroir di Serralunga d'Alba e produrre in quantità limitata solo ed esclusivamente in occasione del nostro anniversario un Barolo proveniente da una piccola parte di ognuna delle 4 proprietà di famiglia in quel comune (Ornato, La Briccolina, La Serra e Lirano) che sono riprodotte in etichetta attraverso un tetraedro multicolore. Abbiamo numerato 1881 bottiglie in ricordo dell'anno della nostra fondazione", racconta Cesare Benvenuto Pio, che già dal 2000 affiancava lo zio in azienda.

Il Barolo Riserva 2000 è un'edizione ancora più limitata: solo 500 esemplari anch'essi numerati. L'idea di Pio Boffa era fare "un omaggio al Barolo, alla sua longevità e alla tradizione di famiglia. E così sarà - continua Cesare Benvenuto Pio - si tratta, oggi, a maggior ragione, di un vero e proprio rilascio affettivo. La chiave che custodiva le bottiglie, protette gelosamente prima da Nonna Rosy e poi da Pio, è riprodotta in etichetta".

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