Si è chiusa ieri sera tardi con 41
patteggiamenti, per 31 persone fisiche e dieci aziende,
l'inchiesta della Procura di Udine sul presunto caso di
sofisticazione del Sauvignon con un esaltatore dei normali aromi
del vino bianco, non dannoso per la salute dei consumatori ma
non previsto dal disciplinare di produzione.
Hanno scelto la via del patteggiamento l'enologo che aveva
inventato l'esaltatore di aromi (sei mesi; pena sospesa) e 30
produttori che hanno concordato il pagamento di una somma
variabile tra tremila e diecimila euro. Sanzione pecuniaria
anche per le dieci aziende coinvolte.
Solo un produttore non ha scelto la via del patteggiamento e
affronterà dunque il processo. Altre posizioni, tra cui quella
della moglie dell'enologo e quattro produttori, erano state già
archiviate nei mesi scorsi.
L'inchiesta era stata avviata nel settembre del 2015 con una
serie di perquisizioni delegate dal pm titolare del fascicolo
Marco Panzeri ed eseguite dai Carabinieri del Nas di Udine in
una serie di aziende agricole che, secondo l'ipotesi
accusatoria, avrebbero usato l'esaltatore per produrre il vino.
Le indagini erano state avviate sulla base di una segnalazione
"interna" partita da alcuni produttori del Sauvignon.
Per la Procura di Udine, la scelta dei patteggiamenti
"conferma la solidità dell'impianto accusatorio".
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