Una residenza storica nel
quartiere cagliaritano di Castello rinasce a nuova vita. I
lavori di restauro di Palazzo Boyl, a due passi dal Bastione di
Saint Remy, hanno restituito un gioiello architettonico che si
apre alla città e diventa meta per buongustai. E a breve anche
una residenza con poche suite. Ha un nome che richiama la vita
vissuta all'interno dello storico edificio, 'Gli Uffici', nuovo
ristorante che impreziosisce l'offerta di una cucina raffinata e
ricercata a Cagliari.
"Si accede dal Caffè de Candia con le sue ampie vetrate",
spiega il titolare Florian Küster. Il menù, degustazione o alla
carta, cambia a ogni stagione. Tommaso Sanguedolce, executive
chef originario di Andria, in Puglia, propone una cucina
regionale italiana, di ottima fattura, da gustare tra le
atmosfere d'antan in stile neoclassico. I suoi piatti site
specific, sono una dichiarazione d'amore per il bello e buono
che c'è in Sardegna, in un itinerario dalle coste agli
entroterra, alle città. Affascinato dalla pompia, agrume di
Siniscola, lo chief lo accosta all'ostrica e salicornia per
apporre un sigillo di garanzia e bontà agli spaghetti. Nel suo
dentice sfuma la vernaccia. Il pane fratau lo serve al
cucchiaino dentro il guscio d'uovo e lo insaporisce con gli
ingredienti tipici della ricetta, per un benvenuto che
incuriosisce e offre nuove sensazioni. Nel gelato alle 5 erbe si
sente la freschezza delle fragranze sarde e mediterranee.
Nei suoi piatti c'è la ricerca, la competenza, acquisita
all'Alma e nelle cucine del tristellato Georges Blanc in
Francia, uno su tanti. Ma anche la passione di uno chef che a 10
anni era un tuttofare in un bar e a 16 anni ha portato a casa la
sua prima busta paga. Una cucina raffinata, attenta al
territorio e anti spreco. Da assaporare in uno scenario reso
raffinato dal design firmato da Marco Ciuli, studiato per
conservare fascino, memoria del passato e identità del palazzo
costruito nel 1840, appartenuto ai baroni Rossi e poi divenuto
di proprietà dei conti Tomassini Barbarossa.
Ai cagliaritani è noto per le tre palle di cannone spostate
simbolicamente nella sua facciata per ricordare l'attacco
francese del 1793. "Boiserie, tavoli, sedie e lampadari, come i
divani e le tende in velluto, tutto è stato disegnato su misura
per integrarsi ad un'immobile dell'800 - racconta Ciuli - Il
pavimento veneziano dei bagni e il loro gioco di cornici e
capitelli si armonizzano con i solai in castagno, le arcate in
pietra e gli affreschi originali ricreando l'atmosfera di un
tempo ma adattata al gusto contemporaneo". Il giallo ocra di
tende e velluti svecchia l'ambiente dove dominano i toni del
grigio tortora e testa di moro. A breve si potrà cenare o
sorseggiare un drink in terrazza, sulle balconate che si
affacciano sulla città e sul golfo, offrendo spettacolari
tramonti e arricchite da quattro sculture in marmo, le quattro
stagioni.
"Si ergono custodi del palazzo che conserva le rovine della
trecentesca Torre pisana dell'Aquila, costruita da Capula,
semidistrutta dopo i bombardamenti degli inglesi nel 1708 e
degli spagnoli nel 1717", spiega Elisabetta Lobina, l'architetto
militare che ha seguito i lavori di restauro del palazzo, bene
tutelato dalla Soprintendenza.
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