Tutelare la qualità e la tradizione
della pasta all'uovo di Campofilone, promuoverla sui mercati
nazionali ed esteri, ma anche farne un bene "immateriale" per
attrarre i turisti e portarli a conoscerne la produzione
direttamente nella sua culla, nella Valdaso incastonata tra il
mare Adriatico e i Sibillini. È l'obiettivo del neonato
Consorzio di tutela dei Maccheroncini di Campofilone Igp che si
è presentato ufficialmente al pubblico ad un mese dalla sua
costituzione dal notaio, oggi nella sede della Regione Marche ad
Ancona. Presenti i 6 produttori pastai di Campofilone (Carassai,
De Carlonis, Marcozzi, Marilungo, Spinosi, Campofilone srl) che
hanno aderito al consorzio, sotto la supervisione dei tecnici
del Ministero dell'agricoltura e della Sovranità Alimentare e
delle Foreste. Per il presidente della Regione Marche Francesco
Acquaroli di "un'opportunità enorme di crescita sulla filiera
enogastronomica e dal punto di vista turistico. E' un'eccellenza
prodotta nel comprensorio della Valdaso, nel Comune di
Campofilone dove, grazie alla storia e al grande lavoro messo in
campo degli imprenditori che sono i produttori e i pastai e alle
massaie che hanno portato avanti questa tradizione, oggi abbiamo
una preziosa possibilità in più per far conoscere il nostro
territorio a livello nazionale e internazionale e per attrarre
qui tutti coloro che vorranno non solo assaggiare un prodotto,
ma vivere l'esperienza in cui questo prodotto è nato, è
cresciuto e si è confermato". "Il Maccheroncino "è un prodotto
tipico che si può produrre solo nei 12 km quadrati del Comune di
Campofilone ed è da tempo esportato in tutto il mondo - ha
ricordato il sindaco Gabriele Cannella . garantisce un ritorno
economico a tutta la Valdaso".
I primi testi che parlano dei Maccheroncini di Campofilone
risalgono addirittura al '500. Ma la dicitura esatta compare per
la prima volta nel 1860, quando la signora Giovanna Astori, in
occasione della Fiera Agricola di Fermo, vinse il primo premio
proprio per i suoi Maccheroncini.
L'impasto dei Maccheroncini di Campofilone deve essere
preparato con le migliori farine (semola di grano duro o farina
di grano tenero 00) e uova fresche da allevamenti a terra, senza
l'aggiunta di acqua, successivamente steso in sottili sfoglie e
tagliato in fili sottilissimi disposti ad asciugare su
caratteristici fogli di carta. L'impasto deve essere costituito
dal 33% di uova (da 7 a 10 per ogni kg di farina), gli
ingredienti devono tassativamente essere non OGM e
rintracciabili. L'indicazione geografica è ammessa solo in caso
di rispondenza alle caratteristiche fisiche e chimiche, espresse
su 100 g di prodotto finito, previste dal Disciplinare di
Produzione, che fissa anche la lunghezza (da 35 a 60 cm), la
larghezza (da 0,80 a 1,20 mm), lo spessore (da 0,3 a 0,7 mm) e
il contenuto di proteine (azoto x 5,70 minimo 12,50 su cento
parti di sostanza secca.
Oltre al formato caratteristico, che conferisce estrema
velocità di cottura, altri elementi distintivi sono il
confezionamento e la proporzione dell'impasto, che, unitamente
al processo di essiccazione lento, determina un'elevatissima
resa del prodotto e quindi un'alta capacità di assorbire il
condimento.
Tra le prime iniziative del Consorzio, le celebrazioni per il
decennale dell'Igp, con manifestazioni a Roma e a Campofilone.
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