Circa 400 bovini,
alimentazione biologica per produrre latte di alta qualità, che
viene inviato al caseificio della cooperativa 'Ansape' di Raiano
(L'Aquila), quasi 300 quintali di latte al giorno lavorati,
conferiti da 30 produttori di tutto l'Abruzzo, un sistema
circolare per la realizzazione di prodotti lattiero-caseari
sotto il disciplinare 'Terrantica', marchio identitario che
arriva sulle tavole del consumatore. Un robot per la mungitura e
la piena libertà degli animali. E un obiettivo: combattere le
fake news attraverso la sostenibilità e l'identità per far
conoscere i valori della filiera. Ma soprattutto porte aperte ai
giovani.
Questa la filosofia che ogni giorno muove la Cooperativa 'La
Villa' di Tagliacozzo (L'Aquila) che, proprio per sviluppare una
comunicazione veritiera sulla filiera del latte, condivide il
progetto europeo 'Think Milk Taste Europe Be Smart', promosso
dal Settore Lattiero Caseario dell'Alleanza delle Cooperative,
realizzato da Confcooperative e cofinanziato dalla Commissione
Europea.
A guidare l'azienda un giovane allevatore che ha scommesso
sulla Cooperativa di famiglia e ha deciso di proseguire e
innovare l'attività. Un segnale importante per le nuove
generazioni rispetto a un lavoro complesso, che richiede
sacrificio in termini di ore di lavoro e che, spesso, nel
settore lattiero-caseario, non trova questo ricambio
generazionale.
"Il comparto lattiero-caseario è un'eccellenza del made in
Italy, con valori nutraceutici e nutrizionali aderenti agli
standard del mondo della salute", dice il vicepresidente della
Cooperativa 'La Villa', Antonio Pensa, 33 anni, che racconta:
"Se non fosse stato per mio padre oggi farei l'ingegnere e
invece ho voluto fare l'agricoltore con una laurea di ingegneria
ma la bellezza del mondo agricolo non te lo dà nessun altro
settore. Il contatto con gli animali, la simbiosi con la natura
ti dà una sensazione incredibile". Così, aggiunge "ho scelto di
lavorare nell'azienda di famiglia, con mio fratello convinto che
l'innovazione deve essere di pensiero, prima che tecnologia,
tramandando la propria identità. 'Terrantica', incarnando questa
filosofia, realizza circa 60 prodotti, tra freschi e stagionati,
ma la 'mozzarella laccio' con la rafia, ne è l'emblema perché
rievoca la tradizione degli avi per la conservazione".
Grande attenzione, poi, per le protagoniste dell'azienda.
Le mucche, infatti, vengono lasciate 'libere', anche di
decidere quando è il momento di farsi mungere grazie alla
macchina-robot, vanto dell'azienda. "La robotizzazione della
mungitura consente agli animali di decidere in autonomia quando
farsi mungere, le giovani accedono anche cinque volte". Una
razionalizzazione a beneficio della qualità del latte e dello
stile di vita dell'animale. "È interesse dell'allevatore che la
mucca stia bene", sottolinea Pensa che è anche ingegnere
ambientale. Nell'azienda c'è silenzio, rotto solo da rumori dei
trattori. "Le mucche, come tutti gli animali, emettono versi per
esprimere malessere - spiega Pensa - qui c'è quiete perché esse
sono libere di muoversi dalla stalla fino all'esterno, senza
barriere, godendo di un ampio spazio individuale. La presenza
dell'uomo è limitata, per via dell'automazione, ma anche per non
condizionare il loro ambiente. Questo animale è, infatti, un
misto di timidezza e curiosità". Così le mucche entrano nella
macchina da mungitura e se dopo pochi minuti tornano per farsi
mungere di nuovo la macchina invita l'animale ad uscire.
Sul fronte della sostenibilità, il fondo calpestabile della
mangiatoia è forato, per consentire ai liquami di scendere al di
sotto, dove un nastro trasportatore li conduce alla centrale a
biogas interna, per essere trasformati in energia rinnovabile.
La centrale, insieme ad impianti di fotovoltaico e solare
termico, produce 750 kw, con risparmio annuo di 500 barili di
petrolio, pari a 756,5 tonnellate di CO2 non emesse in
atmosfera. La stalla gode, inoltre, di un sistema di
nebulizzazione antibatterico che, salubrificando l'aria, abbatte
anche i cattivi odori. Infine nell'imballaggio viene
usato un film di chiusura più fino, che abbatte del 30% il
consumo della plastica.
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