Un servizio da tè della manifattura
Galvani, firmato dal designer Angelo Simonetto, dei primi del
'900, un servizio di piatti Richard Ginori del 1920, un vaso
scultura monofiore di Claus Riedel di metà '900, e poi
cristalli, sheffield, tovagliati di metà Ottocento. Sono alcuni
dei pezzi che danno vita alla mostra "Stare a tavola vintage",
in corso nel borgo di Silvi Alta (Teramo) fino al 24 agosto,
allestita dall'associazione di promozione sociale Endas Abruzzo
con il patrocinio del Comune. Un'esposizione che si traduce in
un appello accorato a usare le stoviglie tramandate da una o più
generazioni, affinché tornino protagoniste della tavola di tutti
i giorni e non restino nascoste in credenze e vetrine.
"Le stoviglie del nostro passato conviviale in famiglia sono
un tabù - osserva la giornalista Antonella Tollis, curatrice
della mostra nella quale sono esposti servizi in parte
ereditati, in parte collezionati - Il servizio da tè del
matrimonio della nonna, le posate in silver plated dono del
parente americano, il set di piatti per le grandi occasioni sono
condannati a subire la prigionia di una vetrina. Evidenze della
sindrome dell'oggetto in vetrina, sorta di disturbo minore della
più nota sindrome di Stendhal. Decisamente più frustrante
perché, se nel caso di quest'ultima la bellezza osservata genera
emozioni al limite dell'estasi, nella sindrome dell'oggetto in
vetrina è il solo pensiero di utilizzarlo a generare una sorta
di 'timor dei'. Ma cosa impedisce di apparecchiare la tavola
attingendo dai piccoli o grandi lasciti di stoviglie? L'idea
primigenia di spirito conservativo o l'inconscia volontà di
sottrarsi da eventuali problemi che l'uso trascina con sé? Le
rotture sono il primo ostacolo alla libertà di azione, poi il
tabù tempo, fattore determinato dalle abitudini nel rapporto con
l'attuale scarna ritualità della tavola". "Se la tavola è
quotidianità - continua Tollis - vi è implicito il concetto di
esperienza di vita e di usura. L'obiettivo esaltante di nuove
interpretazioni del servizio appartenuto agli avi vale di gran
lunga più di un esilio forzato delle stoviglie dai compiti cui
sono chiamate. Quindi, coraggio, aprite le vetrine!".
Ed ecco che troviamo esposti, tra gli altri, un servizio
Ginori con la caratteristica 'raviera' che, usata in origine per
presentare gli ortaggi, oggi serve gli antipasti. Poi un set
futurista di Galvani che risponde alle regole del 'Manifesto
della ceramica e dell'aereoceramica' con forme geometriche e
rigorose. E ancora servizi Tullio Mazzotti, Settimio Rometti,
Rosenthal, Wedgwood, Weimar, Meissen, e oggetti firmati da Giò
Ponti, Andy Warhol, Tapio Wirkala, Guido Andlovitz, Nicolay
Diulgheroff.
La mostra si può visitare con orario 18-24 in Largo della
Porta, nella Casa Canonica della parrocchia Ss.Salvatore.
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