"Assenza di piogge, caldo e vento sono fattori deleteri per un'allegagione ottimale. In alcune aree, a macchia di leopardo, si iniziano a vedere i frutti scottati dal sole. Le olive non crescono e restano piccole perché non hanno l'adeguato apporto idrico e tutto questo inciderà inevitabilmente sulla produttività. E' ancora presto e difficile per dire quanto ma è certo che influirà", spiega il presidente del Consorzio, Fabrizio Filippi.
"I cambiamenti climatici - prosegue - sono una tendenza ormai consolidata con cui dobbiamo fare i conti. In 70 anni le temperature sono aumentate di circa 1,7 gradi a livello annuo, in estate di due gradi negli ultimi 50 anni. Piove di meno e piove in maniera più irregolare. L'olivicoltura regionale deve iniziare ad adeguarsi ad un nuovo scenario tenendo in considerazione l'età media degli olivi e l'importanza di preservare i cultivar autoctoni".
"All'olivicoltura, e così all'agricoltura - aggiunge Giampiero Cresti, vice presidente del Consorzio - servono invasi aziendali e consortili per poter consentire alle aziende di irrigare nel momento del bisogno. Oggi queste infrastrutture mancano. La Regione Toscana, in questo senso, ha dimostrato sensibilità ed attenzione attraverso il fondo di rotazione da 1,2 milioni sulla progettazione dei Consorzi di Bonifica ma a preoccuparci è la burocrazia con i tempi di realizzo di queste infrastrutture che dovranno avere una diffusione il più omogenea possibile sul territorio".
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