(di Alessandra Moneti)
Torna il rito della raccolta nei
boschi delle castagne italiane che, dopo aver rischiato la
scomparsa per una fitopatologia causata dal cinipide, arrivano
quest'anno in anticipo grazie ad un mese di settembre
particolarmente caldo che ha favorito la maturazione.
Coldiretti stima una produzione nazionale in crescita e di
qualità, superiore ai 35 milioni di chilogrammi. Un ritorno
atteso per questo frutto che ha mille usi in cucina sia nelle
preparazione dolci che salate. "Si resta tuttavia ancora lontani
- sottolinea la Coldiretti - dai fasti produttivi del passato
per quello che Giovanni Pascoli chiamava "l'italico albero del
pane": nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829
milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni
di chili". Il cinipide poi non è debellato. Anzi, il rinomato
Marrone del Mugello Igp (a indicazione geografica protetta),
secondo una stima della Cia Toscana, è ai minimi, con molti
castanicoltori che rinunciano a raccogliere anche perché non
hanno accesso ai mercati di vendita diretta per l'emergenza
Covid. Secondo la confederazione agricola "in un castagneto dove
si raccolgono di solito 10 quintali ad ettaro, quest'anno si
scende a 1,5 quintali, con un calo dell'85%". La situazione,
stando a un monitoraggio della Coldiretti, è differenziata lungo
la Penisola, con una buona ripresa in molte aree produttive
italiane come Campania, Toscana, Emilia-Romagna e maggiori
problemi in Calabria, Lazio e Piemonte. "Le prime castagne -
sottolinea la Coldiretti - sono di una qualità buona e dolce e
non presentano particolari anomalie". Inoltre, l'abbassamento
delle temperature sta favorendo un aumento dei consumi anche se
pesano le limitazioni poste alle tante sagre. Nei mercati
all'ingrosso, precisa la Coldiretti, si rilevano quotazioni
nella media del periodo, che vanno da 2,50 a 4,50 euro/chilo a
seconda del calibro con i prezzi tendono a raddoppiare al
consumo, Il rischio pero' è quello di trovarsi nel piatto
castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo,
Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che le importazioni
nel 2019 sono risultate pari a 32,8 milioni di chili di
castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni
sui prezzi corrisposti ai nostri produttori. Da qui la richiesta
di Coldiretti di assicurare più controlli sull'origine delle
castagne messe in vendita in Italia. Un modo anche per tutelare
l'alta qualità della produzione made in Italy che conta ben
quindici prodotti a denominazione. Nella schiera di quelli che
hanno ottenuto il riconoscimento europeo cinque, precisa la
Coldiretti, si trovano in Toscana e sono il Marrone del Mugello
Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del
Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la
Farina di Castagne della Lunigiana Dop mentre in Campania è
riconosciuta la Castagna di Montella Igp, il Marrone di
Roccadaspide Igp e il Marrone di Serino/Castagna di Serino Igp,
in Emilia Romagna il Marrone di Castel del Rio Igp, in Veneto il
Marrone di San Zeno Dop e i Marroni del Monfenera Igp, ed i
Marroni di Combai Igp, in Piemonte la Castagna Cuneo Igp e il
Marrone della Valle di Susa Igp, e nel Lazio la Castagna di
Vallerano Dop. A questi si aggiungono due mieli di castagno: il
Miele della Lunigiana Dop della Toscana e il Miele delle
Dolomiti Bellunesi Dop del Veneto.
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