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Ritorna il Vinitaly in presenza, assalto di imprese e buyers

Danese (Veronafiere), 'vino italiano ritrova la sua casa'

VERONA ANSAcom

Con 4.400 aziende espositrici (da 19 nazioni) e oltre 17mila etichette inserite nella piattaforma business VinitalyPlus il grande salone del di Verona, Vinitaly 54/A edizione, torna ad essere il faro internazionale del mercato vitivinicolo. Una rassegna che torna in presenza di pubblico, che proseguirà fino al 13 aprile. E con 17 padiglioni, oltre 30 convegni e 76 degustazioni il salone dei vini e dei distillati si conferma manifestazione leader nel panorama globale degli appuntamenti di settore. “Il vino italiano ritrova la sua casa - ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese-, è il Vinitaly della seconda edizione della sua vita, perché credo che oggi stiamo battezzando il nuovo salone, nel senso che non era così scontati“. “Ricordo infatti - ha spiegato - che tre mesi fa eravamo ancora nella valutazione se spostare ancora una volta Vinitaly. Siamo molto orgogliosi ed emozioni, e siamo tornati a numeri pre-pandemia”.

Vinitaly Restart è il titolo del convegno inaugurale ospitato nell’auditorium del quartiere fieristico: dopo i saluti delle autorità sono stati presentati dall’Osservatorio Unione Italiana Vini-Vinitaly i risultati della ricerca “The way to North America” dedicato a presente e futuro del mercato del vino italiano negli Usa e in Canada. A chiudere i lavori il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli: “E' l'edizione della ripresa - ha osservato il ministro, segue un 2021 incredibile con 7,100 miliardi di esportazioni: l'export agroalimentare ha fatto tutti i record, è una filiera forte, che funziona". "Però non diamo per scontato ciò che abbiamo e il fatto che dobbiamo continuare ad esser secondi in volume e in valore - ha concluso - dobbiamo essere i primi superando la Francia e la Spagna. Possiamo farlo perché il vino davvero rappresenta il nostro Paese nel mondo. Oggi siamo qui per accrescere in consapevolezza di ciò che abbiamo, per capire quello che serve e fare quel passo e superare i nostri competitor”.

A confermare l’internazionalità, i 700 top buyer esteri da 50 Paesi accreditati. In prima linea gli Stati Uniti – che con centotrenta operatori si confermano la delegazione più numerosa – anche con le new entry dall’area high spending a stelle e strisce del Midwest e del Sud del paese. Dal Canada arrivano i rappresentati dei due monopoli di Ontario e Québec. Si muove anche il mercato asiatico con delegazioni in arrivo da Giappone, Singapore, Thailandia e Malaysa. Positiva la risposta del Sud-America, ma anche un mercato emergenze come l’Africa offre indicazioni molto interessanti. “Vinitaly si conferma la casa del vino italiano in generale - ha sottolineato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -, perché c’è un’attenzione forte ad una dimensione internazionale, specifica ad essere un momento cruciale nel quale l’incontro permette di fare il punto dei mercati e delle situazioni nelle quali si può ancora crescere”.

"Vediamo il bicchiere mezzo pieno - ha osservato - perché l’anno scorso è andato benissimo, ma lo vediamo così anche nel senso della potenzialità di crescita che ancora c’è e che Vinitaly può aiutare in termini di comunicazione, marketing, e, perché no, anche di innovazione del prodotto”. Un mercato, quello del vino, che in Italia vale 14,5 miliardi di fatturato, con 1,3 milioni di addetti. “Decisamente è l’edizione più attesa -  ha evidenziato il presidente del Veneto, Luca Zaia - e Verona si attesta come la capitale mondiale per quanto riguarda il comparto vinicolo ed enologico, in un Veneto che è la prima regione italiana per produzione con un export che vale 2 miliardi e 245 milioni di euro”.

In collaborazione con:
Verona Fiere

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