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Ocse-Fao, le economie emergenti guideranno ancora i mercati agricoli

Ocse-Fao, le economie emergenti guideranno ancora i mercati agricoli

Cresce l'India, il Sud-Est asiatico e l'Africa sub-sahariana, giù la Cina

ROMA, 02 luglio 2024, 13:47

Redazione ANSA

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Saranno ancora le economie emergenti a continuare a guidare nei prossimi 10 anni lo sviluppo del mercato agricolo globale, ma con cambiamenti regionali legati ai cambiamenti demografici e alla nuova ricchezza economica. È quanto emerge dalla ventesima edizione dell'Ocse-Fao Agricultural Outlook 2024-2033, principale riferimento globale per le prospettive a medio termine dei mercati delle materie prime agricole.

È previsto il ruolo crescente dell'India, del Sud-Est asiatico e dell'Africa sub-sahariana, ma in declino quello della Cina; un Paese, questo, che se nel decennio precedente aveva rappresentato il 28% della crescita del consumo globale di agricoltura e pesca, ora la quota di domanda aggiuntiva scenderà all'11%, a causa non solo del calo demografico e della crescita più lenta del reddito, ma anche della stabilizzazione dei modelli nutrizionali. L'India e i Paesi del Sud-est asiatico rappresenteranno il 31% della crescita dei consumi globali entro il 2033, grazie all'aumento della popolazione e del benessere. Tra le regioni a basso reddito, l'Africa subsahariana contribuirà con il 18%.

Si prevede che il consumo totale di agricoltura e pesca (come cibo, mangimi, carburante e altre materie prime industriali) crescerà dell'1,1% annuo nel prossimo decennio, con quasi tutto il consumo aggiuntivo previsto nei paesi a basso e medio reddito. L'apporto calorico alimentare aumenterà del 7% nei paesi a medio reddito, in gran parte a causa del maggiore consumo di alimenti di base, prodotti animali e grassi e del 4% in quelli a basso reddito, troppo lentamente per raggiungere l'obiettivo di sviluppo sostenibile di fame zero entro il 2030.

"Le prospettive - ha affermato il direttore generale della Fao QU Dongyu - confermano la necessità di attuare strategie che colmino i divari di produttività nei paesi a basso e medio reddito per aumentare la produzione interna e incrementare i redditi degli agricoltori".
   

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