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'Basta cinghiali', 3.000 agricoltori in piazza a Perugia

'Basta cinghiali', 3.000 agricoltori in piazza a Perugia

Chiesto un piano straordinario per la fauna selvatica

PERUGIA, 25 giugno 2024, 12:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Oltre 3.000 agricoltori sono scesi in piazza a Perugia per gridare "Basta cinghiali" e chiedere un piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata. Ma anche per reclamare, tra le altre urgenze, un piano per la semplificazione amministrativa, un progetto di filiera zootecnica e un regolamento per l'agricoltura sociale.
    Per difendere le campagne "assediate dai cinghiali" e tutelare la vita dei cittadini "sempre più messa a rischio sulle strade", Coldiretti Umbria ha scelto la mobilitazione per chiedere alla politica "risposte certe e immediate non più rinviabili", con un "cambio di passo" sulle politiche relative ai piani di contenimento degli ungulati, rilanciando anche su altre priorità urgenti per l'agricoltura umbra.
    Il corteo di agricoltori e di trattori è partito da piazza Partigiani per arrivare fino a piazza Italia, davanti al palazzo della Regione Umbria. Una ventina i trattori disposti in cerchio intorno alla piazza con il palco allestito al centro. Da qua sono partiti slogan come "Proteggiamo il nostro futuro", "Noi i cinghiali non li vogliamo", "Basta cinghiali dai nostri cereali" e "Ci siamo stufati degli ungulati".
    Una presenza nelle campagne che è stata definita "fuori controllo" e che "sta creando danni all'agricoltura e ai cittadini". Sono 150mila i cinghiali censiti in Umbria, come è stato ricordato, "anche se sappiamo di arrivare almeno a 300mila capi in una regione come la nostra" ha sottolineato il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti.
    "Rivendichiamo prima di tutto delle questioni di giustizia per tutta la società" ha affermato Agabiti per poi aggiungere: "La presenza dei cinghiali sta diventando insostenibile con un impatto devastante sulla produzione alimentare, sull'ambiente e sulla biodiversità. C'è quindi solo un modo di agire ed è quello di ridurre drasticamente la loro presenza anche perché non sono animali autoctoni, non erano presenti nei nostri territori".
    Un allarme quindi, per Coldiretti, che riguarda campagna e città, agricoltori ma anche cittadini che vogliono contenere un pericolo per i campi e per le strade.
   

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